Nioh – Recensione ed Analisi Tecnica

Il 2017 si è rivelato e si sta rivelando un anno incredibile per l’industria dei videogiochi, nelle nostre librerie virtuali e non si stanno avvicendando pian piano sempre più titoli di ottima fattura. Il 2017 si sta dimostrando un anno chiave anche per gli sviluppatori nipponici che dopo anni di incertezza e progetti non proprio riusciti sembrerebbero aver ritrovato lo spirito di un tempo. In questa nuova fase rinascimentale in salsa video ludica i giocatori console si erano beccati ad inizio anno un gioco passato in sordina tra le cronache video ludiche ma che una volta uscito si è rivelato una sorpresa ben al di sopra delle aspettative. Nioh è un gioco del Team Ninja che arriva sul mercato PC con prepotenza, forte del successo su PS4 e con tanta voglia di non fare prigionieri. Per chi non conoscesse lo studio di sviluppo, questi signori dagli occhi a mandorla sono famosi in primis per un certo Ninja Gaiden, gioco tutt’altro che accessibile e permissivo. Nioh fortunatamente è un fratello minore che pur avendo aspetti in comune ne rappresenta una forma diversa, con angoli smussati e caratteristiche meglio raffinate.
La versione PC di Nioh arriva su Steam dopo nove mesi di supporto continuo e massiccio che hanno prodotto ben tre corposi DLC più una serie di missioni secondarie che aggiungono una notevole quantità di contenuti extra che sapranno intrattenere per decine e decine di ore.

Una storia…. travagliata

I più maliziosi potranno subito notare una certa somiglianza con la serie Dark Souls, bene perché Nioh nonostante rientri tranquillamente di diritto nel genere souls like, ha veramente pochissimi punti in comune con la serie di From Software ed anzi già dai primi instanti di gioco la creatura del Team Ninja mostra una fortissima personalità e caratteristiche uniche che nulla hanno da invidiare al più noto cugino; se proprio si volesse fare un paragone sarebbe più opportuno paragonarlo a Diablo, ma andiamo con ordine.
La genesi di Nioh è molto particolare e travagliata. Nato dai resti di un vecchia sceneggiatura di Akira Kurosawa mai trasformata in pellicola, viene prima annunciato nel lontano 2004 per poi finire in un limbo che ne rallenta lo sviluppo a dismisura, tanto da reputarlo morto. Fortunatamente per noi qualche anno fa viene nuovamente riconfermato ed agli inizi del 2017 pubblicato prima su console per poi arrivare finalmente su PC in questi giorni.

La storia messa in scena dai ragazzi di Team Ninja è ambientata nel Giappone feudale del 1600 (sanguinoso periodo di guerre tra clan che al suo culmine vedrà trionfante Ieyasu Tokugawa NDR) e vede il protagonista William partire per il Giappone per recuperare il suo spirito guardiano sottrattogli in Inghilterra da un misterioso individuo al soldo della corona inglese. Una volta sbarcato nelle orientali terre di Zipangu si ritroverà invischiato in una feroce guerra tra i clan rivali, i cui fili sono mossi dal losco figuro di cui sopra che a sua volta si è recato nelle terre del Sol Levante per far caciara e accaparrarsi le preziose pietre Amrita, gemme dallo straordinario potere capaci di sconvolgere le sorti della guerra tra Inghilterra e Spagna.
Nonostante le premesse per una storia epica ci siano tutte, il comparto narrativo di Nioh si rivela ben presto un mero ornamento messo lì solo per figurare. Infatti William nell’economia delle vicende è degradato a fantoccio inespressivo e factotum dei vari signori feudali che nel corso delle varie missioni gli chiederanno “favori” di varia natura. Dunque se cercate una storia profonda e appagante guardate altrove perché qui troverete solo sparute scene da film di serie B ed una narrazione raffazzonata e lacunosa.
La longevità del titolo è veramente difficile da quantificare in quanto i contenuti a disposizione del giocatore sono talmente tanti e la rigiocabilità è talmente accentuata che ci si può spendere tranquillamente centinaia di ore senza batter ciglio.

L’altra faccia della medaglia è più splendente

Se da una parte la storia di Nioh è una componente sciatta e di poco conto, lo stesso non si può dire del gameplay. Questo è vasto, variegato e superbamente caratterizzato. Massacrare orde di Yokai oltre ad essere un piacere è una soddisfazione soprattutto dopo aver imparato a padroneggiare con tutti i crismi le varie armi ed i set di abilità a loro connessi.

Nioh si presenta come un action RPG molto veloce e basato sulla conoscenza dei nemici e del terreno di gioco. Per affrontare al meglio tutte le bestialità che il gioco ci parerà davanti è possibile scegliere tra un nutrito set di armi, nello specifico sono presenti otto differenti tipi di armi da mischia più tre di quelle da lancio , alle quali vanno aggiunte una serie di oggetti consumabili ottenibili tramite abilità di crafting. Ma non finisce di certo qui poiché scendendo più nel profondo del sistema di combattimento è possibile notare ulteriori meccaniche, che potenziano ed innalzano il tutto ad un livello superiore rispetto a qualsiasi souls like uscito fino ad ora.  Ritroviamo così ben tre pose di combattimento, suddivise in impugnatura alta, intermedia e bassa. Ognuna delle impugnature garantisce un set di mosse caratteristici per ogni arma che vanno ad influire sui danni inferti, sull’agilità nei movimenti e sull’impatto che ogni azione avrà sulla barra della stamina. A sua volta legata alla barra della stamina entra prepotentemente in gioco il così detto ritmo Ki, meccanica che permette al giocatore di recuperare la stamina usata per le azioni di attacco garantendo azioni supplementari per abbattere velocemente il nemico o per eseguire azioni evasive utili a salvare la pelle. Inoltre è di estrema utilità per eliminare le aree di malvagità create dagli Yokai, all’interno delle quali la barra della stamina non viene ricaricata. Last but not the least ci sono gli spiriti guardiani, entità mistiche che influiscono sui parametri di William e ne addizionano utili bonus passivi, per di più possono essere usate in battaglia come “Armi Viventi” garantendo al giocatore preziosi effetti bonus all’arma oltre che a preziosi istanti di invincibilità.

Passando a parlare della parte legata alla crescita del nostro alterego samurai, è possibile capire come Team Ninja anche in questo caso non si sia fermato alla superficie ma abbia approfondito in maniera abnorme tutta la componente di sviluppo e caratterizzazione.  La crescita del nostro baldo William è suddivisa essenzialmente in due fasi, la prima riguarda l’aumento delle caratteristiche base tramite l’uso degli Amrita mentre la seconda riguarda la sezione delle abilità. Riguardo le preziose gemme, il concetto è molto semplice infatti vi basterà falciare i vari nemici e boss presenti nelle varie aree di gioco per guadagnarle anche in grandi quantità . Invece i punti abilità(Punti Samurai) sono ottenibili indirettamente tramite l’aumento di livello e attivamente tramite l’uso di determinati consumabili, sparsi per le mappe di gioco in quantità molto limitate, e tramite i livelli di maestria delle armi che dopo un certo periodo di tempo di utilizzo vi garantiranno preziosi punti abilità extra. I punti samurai potranno poi essere spesi in un nutrito skill tree suddiviso in categorie, una per ogni arma, che donano al giocatore abilità passive e abilità attive che aumentano la quantità di tecniche a disposizione per concatenare le combo di attacco. Ai punti samurai si affiancano anche quelli ninja e quelli dedicati alla magia omnyo. Come per i primi anche questi altri due tipi di punti possono essere spesi per acquistare tecniche ninja(essenzialmente tecniche di crafting) e magie omnyo utili per aggiungere potenziamenti e depotenziamenti vari alle proprie armi ed ai nemici.

Guai poi a sottovalutare tutto il sottobosco dedicato all’equipaggiamento che si rivela croce e delizia di tutti gli appassionati degli RPG parametrici. Ad inizio articolo vi avevamo accennato ad una certa somiglianza con Diablo, bene perché è arrivato il momento di sviscerare il tutto.
All’interno di Nioh ogni pezzo di Equipaggiamento possiede un certo numero di caratteristiche randomiche, suddivise per rarità, livello, abilità specifiche. In tale ottica il loot assume un’importanza fondamentale nell’economia del gioco in quanto vi ritroverete costantemente a raccogliere chili e chili di materiale di scarto da sacrificare all’altare del fabbro per un bene superiore. L’esigenza dell’uso del fabbro e del looting compulsivo si manifesteranno prepotentemente una volta iniziati i vari new game plus, in quanto per raggiungere un certo tipo di prestazioni saranno necessarie oltre che ad un’ottima build anche svariati cicli di looting e crafting nel negozio del fabbro.
Ad aiutare i più ardimentosi nelle bulimiche sessioni di looting vengono in soccorso gli adorabili Kodama, piccoli spiritelli benevoli disseminati negli angoli più nascosti della mappa di gioco, che una raccolti nel tempio offriranno la loro benedizione al giocatore garantendo utili bonus passivi.

Concludiamo la parte dedicata al gameplay dicendo che Nioh non delude neanche nell’end game che risulta ben fornito ed esponenzialmente brutale. Una volta completata la prima run, il gioco si apre ad un nuovo livello di complessità che aggiunge oltre che nuove caratteristiche anche un livello di difficoltà decisamente superiore. Tra le caratteristiche extra aggiunte nell’end game vale la pena menzionare l’abisso, modalità introdotta con l’ultimo DLC che consiste in una serie di arene consecutive nelle quali saremo chiamati a sterminare una serie di nemici con difficoltà crescente.

Nioh è un gioco brutale con una curva di apprendimento assai elevata che potrebbe scoraggiare tutti quei giocatori in cerca di esperienze più permissive. Ai livelli più alti sarà infatti necessario padroneggiare con grande maestria il sistema di combattimento, soprattutto nelle situazioni più affollate, per evitare premature dipartite e conseguenti bestemmie a ripetizione.

Come gira… NioH?

Sicuramente la parte più carente di NioH risulta la componente tecnica. Le aspettative per un porting eccellente non erano certo alte, tuttavia il risultato finale è meglio di quanto ci si possa aspettare da produzioni analoghe. Partiamo dalle impostazioni grafiche a disposizione dell’utente, queste si possono contare sulle dita di una mano e per non si sa quale motivo non sono tutte disponibili all’interno del menu di gioco, ma saranno in parte configurabili solamente tramite il laucher del gioco. Come è possibile vedere dall’immagine sottostante, i valori modificabili sono la risoluzione dello schermo, risoluzione del rendering, la qualità delle ombre, il limite della frequenza dei fotogrammi, la modalità schermo, l’occlusione ambientale, i riflessi dinamici ed infine il motion blur della telecamera.
I preset predefiniti sono soltanto due e sono quello azione e quello cinema. Il primo assicura o dovrebbe assicurare un frame rate solidamente ancorato ai 60fps a discapito del dettaglio grafico, mentre il secondo pompa i dettagli al massimo e assicura il supporto fino ad una risoluzione 4k, bloccando però il frame rate a 30fps. Inutile dire che è vivamente consigliato personalizzare le varie impostazioni in modo tale da spremere al massimo delle vostre possibilità il titolo del Team Ninja.

Vi confessiamo che nonostante le risicate opzioni abbiamo dovuto lavorare non poco per trovare un set di impostazioni tali da far girare il tutto nella maniera più fluida possibile.
Con la nostra macchina di prova montante una CPU Intel I5 @3.4GHz, una GTX 970 e 8GB di RAM con preset “azione”, risoluzione del rendering impostato su basso, qualità delle ombre medie, risoluzione di 1920x1080p ed il resto impostato al massimo il gioco gira quasi stabilmente a 60fps. Gli unici cali riscontrati sono stati in presenza di numerose fonti di luce o durante aree di gioco poco ottimizzate che restituiscono rovinosi cali di frame rate fin tanto a dimezzarli.
Sorte simile è capitata anche su una macchina decisamente più performante, nonostante le specifiche siano ampiamente al di sopra quelle consigliate, stiamo parlando di un PC montante una CPU Ryzen 7, una GPU GTX 1080 e 16GB di RAM, il gioco con impostazioni massime e risoluzioni 2K e 4K restituisce le stesse problematiche di frame rate riscontrate con il PC budget, riproponendo i  medesimi problemi in presenza di fonti di luce ed aree malamente ottimizzate.
Tali problemi poi si massimizzano quando si passa dal gioco alle scene cinematiche che essendo bloccate a 30fps restituiscono a tratti un fastidioso effetto rallentatore.
L’aspetto tecnico generale non fa di certo gridare al miracolo e contrappone modelli dei personaggi ottimamente realizzati e dalle fluide movenze a scenari mediamente realizzati fino ad arrivare a texture spalmate come nutella sul pane. Nioh è un porting nella media che nel passaggio console/pc non si impegna più di tanto per migliorarsi, tant’è che il risultato finale non è altro che un porting 1:1 della versione già vista su Ps4 PRO con tutte le beghe del caso.

Vi segnaliamo infine la necessità di utilizzare un pad per giocare a Nioh, in quanto è del tutto assente il supporto al mouse e i tasti assegnati alla tastiera vengono proposti con un setting improponibile oltre che non segnalati nell’apposito menu o nel HUD a schermo

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