La Commissione Europea ha deciso: proporrà una serie di misure per assicurare all’Europa la propria catena di produzione dei semiconduttori. Il Chip Act migliorerà dunque la competitività dell’Europa, la sua resilienza e aiuterà la transizione al digitale e a tecnologie di energia pulita.
La recente crisi dei semiconduttori sta mettendo in ginocchio diverse industrie, dalle televisioni ai computer, dalla produzione di veicoli ai dispositivi per la sanità . Semplicemente, le attuali fabbriche dei semiconduttori non sono sufficienti a coprire la domanda, la quale ha subìto un’impennata senza precedenti a causa del gran numero di dispositivi e apparecchiature che stanno diventando “smart”. Proprio per questo l’Europa ha intenzione di aprire degli stabilimenti sul proprio territorio per la produzione di chip e diminuire così la dipendenza da terzi.
La cifra messa sul piatto per questo investimento ammonterà in 43 miliardi di Euro, comprensivi sia di finanziamenti pubblici che privati, e darà modo all’Europa di avere gli strumenti, le abilità e le capacità necessarie per diventare un leader in questo campo oltre alla semplice ricerca e al design e alla produzione di chip avanzati, nonché renderà meno problematico un eventuale disturbo nell’attuale catena di rifornimento.
Questo finanziamento permetterà all’Europa di raddoppiare l’attuale market share nel campo dei semiconduttori e raggiungere così il 20%. Purtroppo, non sarà un obiettivo a breve termine: si parla infatti di raggiungere questa quota per il 2030.