A tre anni dall’uscita di uno dei migliori reboot degli utlimi anni, i ragazzi di Machine Games sotto l’egida di Bethesda tornato sul mercato con Wolfenstein 2: The New Colossus, titolo destinato a far parlare di se per i contenuti sopra le righe ma soprattutto perché ha saputo apportare delle leggere modifiche alla formula pur non snaturandola.
L’ucronia che ci piace
La narrazione dell’ucronia di Wolfenstein 2: The New Colossus riprende esattamente da dove ci aveva lasciati nel primo capitolo e rimette nelle mani del giocatore un BJ Blazkowicz ormai debilitato sia nel corpo che nello spirito, che suo malgrado si troverà nuovamente catapultato nello scontro tra la resistenza ed i Nazisti nel disperato tentativo di debellare il regno di terrore del Terzo Reich. Questa volta il terreno di scontro saranno degli ormai prostrati Stati Uniti d’America che contribuiranno a rievocare nello stanco Blazkowicz più di un triste ricordo; tuttavia dopo un primo tentennamento il buon “Terror Billy” riuscirà a trovare altre due buone ragioni per liberare il mondo dalla tirannia del Fuhrer e della sua rinnovata nemesi Frau Engel. Tante novità accompagnano questa seconda interazione del brand a partire proprio dalla storia che differentemente dal passato si arricchisce di un elemento introspettivo dedicato alla storia dello stesso Blazkowicz, il quale dovrà affrontare il suo tormentato passato nel tentativo di chiudere i conti con esso. Ma non finisce qui infatti in questo secondo capitolo tornano i bivi di trama che oltre a modificare alcuni eventi della storia avranno anche ripercussioni dirette sul gameplay andando ad influenzare oltre ai personaggi incontrati lungo tutta l’avventura anche alcune bocche da fuoco disponibili all’uso. Inoltre, oltre ad un bivio iniziale mutuato direttamente dalla trama del primo capitolo, il giocatore si troverà ad affrontare un ulteriore scelta che condizionerà questa volta il gameplay in quanto capace di influenzare in positivo o in negativo determinati approcci al gameplay, ma di questo ne riparliamo più in fondo.
Presenti anche le scenette trash capaci di spezzare i momenti di maggiore serietà offerti dalla trama. Buona anche la longevità della storia che si attesta sulle 10h, raddoppiabili o triplicabili laddove si volessero approfondire tutte le possibilità offerte dal gioco.
E il gameplay?
Il gameplay di Wolfenstein 2: The New Colossus è nella sua base essenzialmente immutato rispetto al passato mantenendo quindi quel tipico stampo vecchia scuola, ma nonostante ciò alcune modifiche sono state apportate per rendere il tutto più fluido e variegato possibile. Il cambiamento più tangibile riguarda il le armi a partire dal potenziamento di queste che differentemente dal passato potranno vantare di kit di potenziamento non più legati indissolubilmente alla singola bocca di fuoco ma saranno generici, in modo tale da lasciare al giocatore la scelta di potenziare la o le proprie armi preferite in qualsiasi momento e nell’ordine che preferisce. Altra gradita aggiunta riguarda invece le doppie armi, d’ora in avanti infatti sarà possibile impugnare contemporaneamente due armi differenti, con i relativi potenziamenti, permettendo così al giocatore di affrontare le diverse situazioni di gioco con più agilità e varietà. La secondo e più importante modifica al gameplay è costituita dalla scelta menzionata poche righe più sopra. Dopo un determinato evento di trama il giocatori sarà chiamato a scegliere un potenziamento, tra tre disponibili, il quale doterà il nostro omaccione di abilità particolari, come la possibilità di essere individuati meno facilmente dai nemici o di poterli scaraventare al suolo con un utile placcaggio. Tale scelta oltre ad ampliare la gamma di approcci agli scontri fornisce un ulteriore livello di personalizzazione dell’esperienza andando ad esaltare il proprio approccio al gameplay. Per gli appassionati del collezionismo come al solito sono presenti numerosi collezionabili di vari tipi sparsi per la mappa di gioco. Unica modifica a questi ultimi è rappresentata dai codici enigma che per questa occasione sono recuperabili in maniera pressoché illimitata dai vari comandanti disseminati per l’avventura. L’utilizzo di quest’ultimi è stato modificato rispetto al passato in quanto decodificare i vari enigmi darà accesso a delle missioni di caccia dove il giocatore sarà chiamato ad eliminare comandanti di alto rango, il tutto in scenari appositamente creati per tali sfide andando ad ampliare ulteriormente l’offerta proposta.
Bene ma non benissimo
L’aspetto tecnico di Wolfenstein 2: The New Colossus è stato quello che più ci ha colpito sia in senso positivo che negativo. Sul nostro PC di prova montante una GTX 970, 8 GB di RAM ed un Intel I5 @ 3.2GHz le prestazioni sono risultate piuttosto ballerine. Nonostante il preset consigliato per questa macchina fosse quello medio il frame rate durante doversi punti dell’avventura ha dato notevoli problemi sin tanto da dimezzarsi in alcune aree di gioco passando da un frame rate quasi costante a 60fps ad uno scabroso 30fps che poca giustizia ha reso a questo gioco. Provandolo invece su una macchina decisamente più nuova e performante montante una CPU Ryzen 7 1700, una GTX 1080 e 16 GB di RAM, Wolfenstein 2: The New Colossus non ha mostrato cedimenti e anzi ha dimostrato di essere ben sopra la media per quanto riguarda i dettagli. L’ottimo motore grafico Id Tech6 non teme il confronto sfoggiando un comparto visivo di ottimo livello con texture in alta definizione, ambienti variegati e mai piatti grazie anche ad un sistema di illuminazione ben congegnato. Con il preset più alto (Mien Leben!) quello che ci ha particolarmente colpito è stata la gestione delle ombre ottimamente riprodotte e proiettate da ogni oggetto nello scenario. I modelli dei personaggi pur essendo definiti e dettagliati presentano delle animazioni facciali che non ci hanno convinto del tutto, con alcuni momenti forti dell’avventura nei quali sono risultati poco espressivi rovinando in parte l’immersione. Di buon livello anche il doppiaggio in italiano che contribuisce in maniera significativa alla caratterizzazione dei personaggi donandogli quel qualcosa in più.
Ottima recensione di un titolo che attualmente mi sta divertendo come non mai, l’unica cosa di cui si è parlato, l’ottimizzazione, mi fa pensare di una prepotente preferenza di hardware AMD (D’altronde, insieme ai loghi Bethesda e Machine Games, appare i loghi Ryzen Radeon). Infatti, nella mia esperienza di gioco, con PC composto da I5 6500, RX 480 e 8 Gigabyte di Ram, con i dettagli ad Alto/Ultra mi trovavo con 85 frame costanti, senza una singola caduta, neanche con esplosioni continue.
Certo, il gioco è estremamente ottimizzato per AMD, ma per fortuna funziona bene anche con NVIDIA. Non come quando un gioco è ottimizzato per le verdi va male sulle rosse XD