This is The Police 2 – Recensione

This is The Police 2 recensione
This is The Police 2 recensione

Dopo due anni esatti dall’uscita del primo capitolo, la serie This is the Police torna sui nostri pc con un seguito diretto, che ci farà impersonare di nuovo il caro Jack Boyd nella sua fuga dalla legge.

Un poliziotto in fuga

Come dicevamo, in This is the Police 2 continueremo la storia di Jack Boyd, ex capo della polizia di Freeburg, adesso fuorilegge braccato dagli agenti federali. Il caro Jack troverà rifugio in una cittadina sperduta di nome Sharpwood, una povera città di confine dove la criminalità la fa da padrone. Il dipartimento di polizia del luogo è gestito dal giovane sceriffo Lilly Reed, uno sceriffo però con poca autorità non rispettato da nessuno dei suoi sottoposti. Jack capirà subito la situazione e riuscirà a convincere lo sceriffo, sfruttando il suo passato da capo della polizia, a concederli la gestione del dipartimento. Il resto della trama non ve la spoileriamo, vi possiamo dire però che rappresenta il vero piatto forte del gioco, grazie a differenti colpi di scena, un’ottima sceneggiatura e un ottimo doppiaggio. Differenti scene saranno molto potenti, pur essendo rappresentate con una grafica che non punta di certo al fotorealismo.

Preso il controllo del dipartimento, il gioco ci riproporrà lo stesso gameplay del primo capitolo, con alcune aggiunte e migliorie. Come nel primo capitolo, il nostro compito sarà gestire un dipartimento di polizia per un’intera giornata, dovremo quindi rispondere alle chiamate delle persone, che passano dalle situazioni più stupide, in cui molte volte ci chiederemo perché dobbiamo intervenire, a quelle più gravi come rapine, aggressioni e stupri. Per rispondere dovremo inviare degli agenti di polizia entro un tempo limite, che va dai 10 ai 30 secondi, e che abbiano complessivamente il livello di professionalità richiesto, un punteggio dato all’agente slegato dalle sue abilità.

Una volta che gli agenti arriveranno sul luogo del crimine toccherà a noi decidere cosa fare, avremo una breve descrizione di quello che sta succedendo e tre scelte possibili, ognuna di queste scelte sfrutterà una differente abilità dei nostri agenti, per esempio per immobilizzare un criminale sarà meglio utilizzare un agente con un’alta abilità di forza, mentre per inseguirlo sarà intelligente utilizzare un agente con molta velocità, parte della difficoltà sta proprio nel mandare gli agenti che ci sembrano più adatti per una determinata chiamata. Se un criminale sta fuggendo in auto, magari mandare un agente con l’abilità mira al massimo potrebbe essere una buona idea per far fermare l’auto sparandogli alle gomme. Più chiamate risolveremo con gli stessi agenti e più la loro professionalità e le loro abilità aumenteranno.

Finita la giornata di lavoro, dovremo decidere gli agenti che lavoreranno anche la prossima, stando attenti a non fargli stancare troppo. Fatta questa scelta, il gioco ci darà un punteggio in base a quanti crimini abbiamo sventato nella giornata e quanti invece no, se questo punteggio sarà positivo otterremo delle monete da spendere per assumere nuovi agenti o degli strumenti del mestiere, come dei manganelli oppure dei taser, se invece sarà negativo non potremo acquistare nulla. Se si va in negativo per tre giorni consecutivi sarà game over.

La base del gioco è questa e non muterà fino alla fine, ci saranno però alcune varianti alle solite chiamate, alcune molto “personali” diciamo. Come nel primo, anche in questo capitolo Jack Boyd deve mettere da parte dei soldi personali, per la precisione 20 mila dollari ogni 15 giorni, che si ottengono svolgendo alcuni “incarichi speciali” per le personalità più in vista delle città. Picchiare qualcuno per soldi, mettere in galera una persona che non ha compiuto alcun crimine e altre situazioni del genere, che ci permettono di ottenere soldi e benefit di altro tipo, come l’accesso a una sauna in cui poter mandare i nostri agenti a riposare, cosi da poterli avere freschi per il prossimo turno, oppure degli oggetti utili per completare altri incarichi personali.

Altre chiamate differenti sono le indagini, niente di più che delle indagini dove si deve scoprire l’autore di un reato leggendo gli indizi. La vera innovazione di questo seguito sono gli Assalti e le Missioni Tattiche. Entrambi sono delle missioni speciali che ci vedranno protagonisti in prima persona dovendo gestire i nostri agenti direttamente. A ogni agente potrà essere assegnato dell’equipaggiamento: manganelli, taser, spray urticante e 4 abilità speciali. Un agente con molta forza avrà a disposizione abilità come “Ariete”, che permette di sfondare rumorosamente porte e finestre, uno con molta mira punterà invece sul “colpo mirato”, un’abilità molto utile che permette di colpire quasi sicuramente un bersaglio, al costo però di tutti i punti azione dell’agente. Sarà sempre preferibile arrestare invece di uccidere i criminali, questo perché arrestando si ottengono più punti a fine giornata.

Teoricamente quest’aggiunta è geniale, nella pratica però è altamente imperfetta. Il più grande problema è l’IA nemica praticamente inesistente, i nemici si muoveranno secondo pattern corti e prevedibili, solo alcuni si sposteranno in altre stanze, e superato l’inizio non sarà quasi mai un problema finire queste missioni, anche con pochi agenti. Abbiamo apprezzato molto le tante armi non letali messe a disposizione dal gioco: taser, manganelli, spray urticante, dissuasori elettrici abbiamo un arsenale davvero vasto che ci permetterà di stordire i nemici per poi arrestarli. Per nulla numerose le armi letali, è presente solo la pistola di ordinanza.

Ve ne abbiamo accennato uno prima, ma adesso parliamo più approfonditamente dei punti negativi di This is the Police 2. Partiamo dalle chiamate, se all’inizio saranno gestibili, verso la metà diverrà davvero difficile rispondere anche solo a buona parte di esse, questo per colpa dell’aumento vertiginoso delle richieste di professionalità. Per chiamate semplici, come un ubriaco che fa un po’ di casino, ci viene richiesta troppa professionalità, quasi quanto una rapina a mano armata. Inoltre le chiamate inizieranno a essere davvero troppe perché aumenteranno di numero quelle false, il gioco non sempre ci da gli elementi per riuscire a distinguere una chiamata vera da una falsa, quindi alcune volte si dovrà scegliere a caso.

Abbiamo trovato fastidioso tutto il sistema della professionalità, ritrovarsi con agenti bravi in quasi tutto ma non poterli mandare perché carenti in professionalità risulta frustrante, soprattutto quando la richiesta di professionalità aumenterà a dismisura. Avremo preferito l’eliminazione di questa meccanica, permettendoci di mandare gli agenti più utili in base alle loro abilità. Più si va avanti e più il gioco mostra le sue debolezze: la difficoltà mal calibrata, la ripetitività il gioco dura troppo rispetto alla varietà che riesce a offrire, finirlo sarà difficile perché la noia sopraggiunge prima.

3/5 - (1 vote)

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1 commento su “This is The Police 2 – Recensione”

  1. Ma perché non farlo a 8 bit? Non ci sono già abbastanza scempiaggini nei videogiochi? Che bisogno c’era di comunicare ai ragazzi che la vita, secondo il programmatore ignorante, fa schifo ed è normale comportarsi da delinquenti facendo il poliziotto? Poi dicono che i videogiochi inducono alla violenza.

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