Andrzej Sapkowski, l’autore dei romanzi di The Witcher, non è affatto contento del successo che la saga videoludica omonima sta riscuotendo. E non è la prima volta che lo afferma, già in passato quando uscì il secondo capitolo dello Strigo affermò una cosa del genere, mostrando il suo disappunto.
Sulla testata polacca Tygodnik POLITYKA ha spiegato che questo suo astio è il risultato del fatto che la gente associa il nome di The Witcher a una serie di videogame, piuttosto che alla sua saga letteraria nata ben dodici anni prima, e non ultimo il fatto che gli editori hanno scelto di mettere come copertina un’immagine tratta dal videogame.
Ha inoltre affermato che gli sceneggiatori di videogame sono mercenari che “scrivono della roba relativa ai giochi solo per soldi [è il loro lavoro? ndr]. E poi sicuramente scrivono in modo superficiale, con poco cuore.” E per finire dichiara che “tutti i problemi che ho a causa dei giochi non sono generati dal gioco in sé. Non sono geloso del successo del gioco, che è innegabile, ne sono ben lontano. C’è solo un Witcher – l’originale. Che appartiene a me. E niente potrà portarmelo via.”
Vorrei concludere aggiungendo una opinione personale: da autore di romanzi dilettante quale sono, credo che il pensiero di Sapkowski sia dettato dal fatto che i videogame (che considera artisticamente e qualitativamente di molto inferiori rispetto a un romanzo) abbiano riscosso relativamente più successo dei suoi romanzi, che comunque sono considerati Best Sellers. Certo, mettere come copertina sui suoi libri un’immagine tratta dal gioco piuttosto che un artwork disegnato ad hoc è stato un gesto davvero senza tatto da parte dell’editore, ma purtroppo questo è il marketing.
Ma Sapkowski dovrà mettersi l’anima in pace: da non videogiocatore quale è, deve comprendere che il medium videoloudico per le masse è, paradossalmente, più accessibile (e appetibile) rispetto a un libro di carta.
Ma magari non considera che una persona, tipo me stesso, non conosceva i libri dello Strigo se non con la scoperta del gioco e, appassionandosi alle avventure di geralt, abbia cominciato a seguire anche i libri, visto che prima di CD Project purtroppo i suoi libri non erano purtroppo conosciutissimi al gran mercato
E penso sia proprio quello che gli dia fastidio! 😉
Mi par di capire che Sapkowski sia un uomo all’antica, considera i videogame come “materia fecale”, e il fatto che la gente abbia conosciuto i suoi libri tramite un “volgare” videogame è uno smacco per lui.
E da come ne parla, per lui il riconoscimento è più importante dei soldi.