NieR: Automata – Recensione

Nell’industria dei videogiochi occidentale quando pensiamo ad un titolo importante o dalla particolare qualità difficilmente lo leghiamo ad un nome, una persona che nel bene o nel male tutti conosciamo e che identifichiamo con le sue creature, ma lo riconduciamo direttamente alla casa di sviluppo che c’è dietro. Nella terra del Sol levante invece capita molto spesso che si leghi un videogioco o una saga ad una singola persona che con decisioni ed idee piuttosto marcate sappia imprimere quel tocco di autorialità che rende inconfondibile un determinato videogioco. Tra nomi blasonati come quello di Hideo Kojima (Metal Gear Solid) e Hidetaka Miyazaki (Dark Souls) ci sono anche autori altrettanto bravi e “particolari” ma praticamente sconosciuti ai più ed in particolare in occidente. Tra le tante personalità del settore oggi vi parleremo di un goliardico ometto di mezza età ,a cui piace presentarsi ai fan mascherato, ed in particolare della sua ultima fatica frutto di una esplosiva collaborazione. Yoko Taro, è questo il suo nome, è diventato famoso tra una schiera di fan per il suo particolare modo di narrare le storie oltre che per i contenuti alquanto drammatici e seriosi raccontate in esse. Il suo marchio di fabbrica è quello di sbattersene altamente di ciò che è politicamente corretto proponendo situazioni grottesche e quasi surreali puntando molto spesso al lato oscuro dell’animo umano. In quest’ottica NieR: Automata è la sua ultima creatura ed arriva prepotentemente sul mercato proponendo una storia articolata dai contenuti maturi e spiazzanti in perfetta sintonia con i canoni dell’autore.

Il gioco è ambientato in futuro post apocalittico che vede il genere umano fuggire dalla Terra a seguito dell’invasione della stessa da parte di una razza aliena che ne minaccia la sopravvivenza. Le vicende prendono piede secoli dopo la sanguinosa invasione aliena e delle loro biomacchine e vede come protagonista l’androide 2B ed il suo assistente 9S entrambi facente parti della squadra YoHRa, formata da temibili androidi e costituente l’arma definitiva del genere umano per la riconquista della Terra. La prima sensazione che si ha provando NieR è un’incalzante sensazione di spiazzamento, dovuta alla precarietà ed all’incertezza del mondo che ci circonda. Vagando per il mondo gioco ci si imbatte in una serie di personaggi e situazioni di tutti i tipi e che spesso rasentano l’assurdo, infatti dopo poco l’inizio della nostra avventura capiremo che non tutto quello che vediamo è in realtà come appare. La qualità della narrativa è facilmente apprezzabile sin dalle prime fasi di gioco poiché la cura per i dettagli della stessa è palpabile non solo nelle missioni che saremo chiamati ad affrontare, siano esse missioni principali o secondarie, ma anche nello stesso mondo di gioco il quale è creato in modo tale da essere vivo ed in perfetta sintonia con le vicende narrate. Come se non bastasse la narrazione degli eventi non subisce mai nessun tipo frenata poiché questa continua persino le Boss Fight o addirittura durante le fasi di esplorazione della mappa di gioco. Inoltre è possibile notare la volontà di Taro di spingere su tematiche mature e più dark del solito che ritroviamo nei vari momenti shock che hanno il duplice intento di colpire il giocatore e di tenere sempre alta la tensione narrativa.  Non mancheranno infatti personaggi decisamente sopra le righe e situazioni che all’apparenza si dimostrano buffe e caricaturali ma che nella sostanza lo sono tutt’altro. Vi segnaliamo inoltre che per apprezzare in toto la storia creata da Yoko Taro una sola partita non sarà sufficiente, poiché ogni nuova partita aggiungerà maggiori dettagli alla trama rendendola fruibile in toto solamente dopo 3 partite complete. Ma non disperatevi, poiché in fase di sviluppo Taro e soci hanno pensato proprio a tutto, andando a modificare alcune meccaniche per ogni nuova partita smorzando di fatto quello che è il fattore ripetitività. La durata complessiva della campagna si attesta sulle 25-30h in base alla quantità di missioni che porterete a termine.

Dal punto di vista del gameplay NieR:Automata si presenta come un JRPG action  con ambientazione open world. Fin qui nulla di particolarmente strano, quello che invece cambia letteralmente le carte in tavola è un sistema di prospettive magistralmente usato, che donano al gioco un aspetto estetico particolare ma soprattutto lo trasformano in qualcos’altro. Questo altro è rappresentato da sezioni platform 2D e sezioni Danmaku, (per chi non lo sapesse sono quei giochi sparatutto a scorrimento dove lo schermo spesso e volentieri si riempie di proiettili)vere e proprie alternative che danno un tocco di varietà atipica al titolo. Il sistema di combattimento è sviluppato dai Platium Games, un team di sviluppo che di certo non ha bisogno di presentazioni e che ha fatto della spettacolarità e della qualità dei propri giochi action il suo marchio di fabbrica. Sfortunatamente in NieR ci dobbiamo dimenticare quella complessità di combo tipica appunto degli action, nel gioco infatti il combattimento è imbastito su quattro azioni solamente. Trovano spazio un attacco leggero, un attacco pesante, una schivata e varie azioni di supporto eseguibili tramite un Pod. Su queste due ultime componenti è doveroso fare un approfondimento in quanto la schivata rappresenta il cuore pulsante del sistema di combattimento, poiché permette di eseguire non solo schivate precise al millimetro, utili soprattutto durante le sopracitate fasi Danmaku, ma laddove la si eseguisse con un certo tempismo, questa darà la possibilità sferrare una poderosa serie di colpi concatenati con i quali abbattere anche i nemici più coriacei. Il Pod invece è un utilissimo strumento di supporto che permette, come funzione di base, di sparare una serie infinita di proiettili con i quali fiaccare i nemici dalla distanza, alla quale si aggiungono una serie di chip, reperibili durante le missioni o acquistabili nei negozi, i quali danno accesso a diverse funzionalità avanzate come la possibilità di sparare un devastante laser o di usare una barriera protettiva. Nonostante la semplicità delle azioni eseguibili, queste sono state miscelate sapientemente dai Platium Games che hanno saputo convogliare nelle meccaniche tutto la loro esperienza pregressa, assicurando combattimenti sempre adrenalinici e spettacolari. Correlato con il sistema di combattimento c’è quello di sviluppo del personaggio, qui lasciato alla piena autonomia del giocatore, il quale potrà scegliere in piena libertà come personalizzare le caratteristiche del proprio androide avendo addirittura la facoltà di eliminare totalmente l’HUD in favore di una maggiore potenza di fuoco o di una difesa migliore. Tali miglioramenti sono disponibili tramite i chip, i quali possono essere acquistati tramite i negozi o essere guadagnati tramite le missioni di gioco. Se ancora non vi bastasse sappiate che al giocatore viene data facoltà di scegliere fino a tre configurazioni di chip, in modo tale da avere la massima flessibilità in qualsiasi situazione, con la possibilità di cambiarla al volo durante le battaglie.

Passiamo ora al comparto tecnico del gioco che rappresenta l’unico vero tallone d’Achille dell’offerta. Partiamo prima dalle mere opzioni disponibili, queste sono molto basiche (sono presenti l’occlusione ambientale, il V-Sync, il filtro delle Texture, il Blur, le ombre ed un’opzione per gli effetti) e poco scalabili, ma soprattutto restituiscono un miglioramento abbastanza inconsistente. Il frame rate invece è generalmente stabile e bloccato sui 60fps ma non mancano lievi ma cali situazionali che portano il frame rate ad assestarsi intorno ai 45-50fps per brevi istanti. Anche la conta poligonale non è ai massimi livelli con i modelli dei personaggi di buona fattura che molto spesso cozzano con la bassa qualità dell’ambiente che li circonda. Di ottima fattura sono invece le animazioni, sempre fluidissime e molto appaganti da vedere. Anche il comparto sonoro è ai massimi livelli con musiche degne di nota che accompagnano le varie ambientazioni e che si dimostrano un vero plus alla narrazione accompagnando ed immergendo ancora di più il giocatore nel mondo di gioco.

Per concludere possiamo dire senza troppi problemi che NieR: Automata è una piccola perla che eccelle quasi sotto tutti i punti di vista, offrendo al giocatore un’esperienza atipica ma dal grande valore che miscela sapientemente una storia dai temi maturi che sa come tenere il giocatore sempre incollato allo schermo ma soprattutto non perde un colpo dall’inizio alla fine. Peccato invece per il porting PC che lascia a desiderare e che per colpa del quale il gioco non può aspirare ai massimi livelli.

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