MXGP The Official Motocross Videogame – Recensione

MXGP The Official Motocross Videogame - Recensione 3
MXGP The Official Motocross Videogame - Recensione 3

 

Dopo mille inattese e ingiustificate peripezie, eccoci qui a parlare di MGXP – The Official Motocross Videogame, il nuovo titolo di Milestone ambientato nel variegato e poco noto universo del motocross.

Le attese, è bene metterlo in chiaro fin da subito, non erano elevatissime né per la critica, né per il pubblico. Dopo i vari (discreti o poco più) tentativi fatti con altre licenze, l’italiana Milestone aveva davvero tanto da dimostrare e, come sapete, non potersi permettere di sbagliare non è la migliore premessa per un buon lavoro. In tutta onestà, i vari WRC, SBK e MotoGP raggiungevano un 7 stentato e forse troppo benevolo, magari dovuto all’amore per il tricolore.

Qualunque fosse la ragione di quei 7, dovesse risultare immeritevole, non è più il caso di farla passare liscia alla software house milanese. MXGP merita, oppure no? Così, su due ruote.

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Si vola! (senza dimenticare l’equilibrio…)

A favorire un impatto iniziale piuttosto buono sono convenuti diversi fattori. In primis, il comparto grafico. Niente di che, con quei modelli poligonali che puzzano di vecchia, vecchissima generazione lontano un miglio, ma la resa complessiva è gradevole, trasmette quell’aria un po’ rustica che questo sport ha sempre avuto (e speriamo continui a mantenere) ed è soprattutto sostenibile – buono il frame-rate, male i pop-up frequenti fuori e dentro le piste – anche da hardware piuttosto datati come quello del sottoscritto.

Vi basti pensare, tornando alla rusticità dell’ambiente, che uno degli sponsor visibili sulle prime piste è il Parmigiano Reggiano. Che, con tutto il mangereccio rispetto, non mi pare uno dei brand più richiesti nel mondo dello sport.

Altro punto a favore di MXGP è rappresentato dal gameplay. Come di consueto, Milestone ha riposto grande cura in dettagli come la personalizzazione del pilota e degli assetti, dunque sia sul livello estetico che su quello prettamente ludico. Gli aiuti sono scalabili nei minimi particolari e potrete, ad esempio, anche optare per l’all-in rinunciando al “fastidio” del cambio manuale. C’è persino un comando per l’inclinazione del pilota, con tutta una serie di conseguenze sul suo modo di guidare – ad esempio, meglio non spingersi troppo a destra in una curva nella stessa direzione, pena la caduta.

Quanto alle meccaniche di base, queste richiedono una certa pazienza, più che la learning curve di cui sentiamo spesso parlare: dimenticate infatti le sfrecciate su lunghi rettilinei e i tornanti affrontati tutti d’un fiato, magari piatto forte della MotoGP, perché ci sarà saltare con tempismo e accelerare/decelerare di continuo in una fanghiglia senza scrupoli. E senza grandissimi testa a testa.

Il passo avanti sembra averlo fatto, in tutto ciò, l’organizzazione dei contenuti. Lo studio meneghino ha finalmente trovato nella Carriera un polo d’attrazione per l’utente, non più destinato a sobbarcarsi decine e decine di corse senza un comune denominatore o scopo finale. La nuova Carriera, suddivisa nelle due categorie tipiche di questa disciplina, ruota attorno ad un hub molto simile a quello dei titoli Codemasters ed introduce varianti come le sfide lanciate tra un pilota e l’altro, una (finta) componente social e perfino un magazine atto a tessere le lodi del giocatore.

Insomma, non si sta reinventando la ruota ma è chiaro che la nostra Milestone si stia pian pianino adeguando agli standard del gioco moderno, immaginiamo grazie al feedback dei suoi fan. Chiaramente, però, non è tutto oro quello che luccica.

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Scegliere con cura il cancelletto da cui partire può avere la sua importanza su determinati circuiti

I tracciati, per dirne una, sono belli da vedere e deformabili almeno esteticamente, ma molto ristretti nei loro spazi orizzontali. Un problema congenito, che però andava affrontato in maniera diversa, dal momento che uscire anche per un solo istante dal seminato risulterà in un riavvio della posizione precedentemente acquisita. Una variante invisibile del muro invisibile, si potrebbe aggiungere con una nota di colore.

Discorso simile per le collisioni e il comparto sonoro. In prima istanza, anche sorprendenti, conoscendo gli standard cui siamo stati abituati da prodotti come WRC; nelle (tante) fasi successive, ci si trova di fronte a scontri poco realistici e campionature ripetitive.

Inoltre, quel che ha affascinato me, e cioè l’esplorazione di un mondo relativamente nuovo, potrebbe spaventare voi. Sappiate che, se non masticate di motocross o avete voglia di scoprire qualcosa di diverso, vi ritroverete a lottare tra pessima memoria e disinteresse. E se non vi infiammerete neppure gareggiando contro un certo Cairoli…

Tirando le somme, l’esordio di Milestone nel mondo del motocross con MXGP – The Official Motocross Videogame è un ottimo punto di partenza. Non solo per eventuali prossimi videogiochi basati sulla medesima licenza, ma pure, e soprattutto, per la maniera in cui la software house italiana affronterà i suoi futuri progetti.

Quanto allo stretto giudizio di MXGP, non ci sono particolari ragioni per acquistarlo su PC piuttosto che altrove, giacché anche le impostazioni grafiche personalizzabili hanno uno scarso impatto e non portano a grandi differenze rispetto alle versioni per console. Fatelo solo se muniti di un pad, magari di quelli per Xbox 360, e della voglia necessaria per affrontare qualcosa di minimamente diverso dal solito racing.

Commento Finale

7,5

Milestone ha tentato ancora il colpo grosso nel mondo dei motori, stavolta coi cross, ma l’impennata non è andata oltre la solita mezz’altezza…

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