Nell’epoca dei free to play e delle microtransazioni, oltre che di nuove console praticamente a secco di titoli e con gli sviluppatori sempre più a corto di idee, ecco apparire un’ancora di salvezza, un modo molto particolare di riscoprire il classico: la remaster.
Nonostante la maggioranza del pubblico veda la suddetta tipologia di gioco sotto un’aura di meraviglia nostalgica, noi le inquadriamo più come espedienti.
Non è un caso, infatti, che sempre più software house stiano ripescando una miriade di vecchi titoli e brand per poi riproporli in modo più o meno fedele al mercato videoludico odierno, mossa che a nostro parere serve a supplire alla mancanza di idee e concept.
Apprezziamo senza dubbio gli sforzi di chi, spronato da un fervido amore per il passato, ricostruisce fedelmente un videogame di nicchia e magari quasi dimenticato per acculturare e divertire novizi o fan di lungo corso (ved. l’esempio promettente di System Shock Remastered) ma non capiamo assolutamente lo scellerato sistema economico che si cela dietro le remaster di giochi non proprio datati.
Un esempio lampante sarebbe la versione Definitive di Sleeping Dogs, gioco a nostro avviso discreto che si è però avvalso di una furbesca strategia di marketing per spillare grana a chi, lo possedeva già.
Ciò che brucia con più ardore, però, è l’interminabile numero di remake in HD di titoli (alcuni dei quali risalenti giusto a qualche anno prima) venduti allo stesso -caro- prezzo sia in digitale che in retail, avvalendosi di pompose promesse poi puntualmente non rispettate.
Spesso e volentieri la stessa qualità del porting lascia a desiderare e molti utenti hanno giustamente sollevato dei dubbi sul reale costo di realizzazione di codesti lavori, secondo noi irrisori.
Come non citare quei PSone classics risalenti a svariate decadi fa che ancora oggi vengono venduti in modo spudorato a 10€ sul PSN in formato digital-only e che accrescono la nostra funesta ira verso le speculazioni presenti nel mondo delle console? Fortunatamente ci troviamo su PC, tuttavia il trend ci sta pian piano raggiungendo.
Ma se è vero che gli esempi negativi non tardano a fioccare, talvolta sbucano fuori anche dei titoli rimasterizzati davvero degni di nota.
Abbiamo senza dubbio apprezzato gli ottimi lavori compiuti dai vari sviluppatori con Final Fantasy X/X-2 HD, Metro Redux, Grim Fandango, Monkey Island, Resident Evil, Oddworld e tanti altri esempi di corretta interpretazione del modello remaster giunti più o meno di recente su Steam.
Vorremmo fortemente vedere questo genere di riedizioni superare in numero i veloci cashgrab sovrapprezzati che si moltiplicano a vista d’occhio, nella speranza di poterci rituffare nel passato pur non dovendo rinunciare alle comodità e ai miglioramenti grafici offerti dal gaming odierno.
Eppure, escludendo queste rare eccezioni, cosa c’è di imperdibile nella moltitudine di remaster uscite nell’ultimo periodo? Poco e niente, almeno nella maggior parte dei casi, soprattutto il prezzo che non dovrebbe esser giustificato dalla qualità dell’opera in sé (ved. GTA) ma dalla reale percentuale di nuovi contenuti e quantità di impegno profuso nello sviluppo della stessa.
Il nostro consiglio? Non vendete la vostra collezione di vecchi classici su CD-ROM e, se possibile, riscopriteli uno per uno in versione originale: siamo sicuri che non ve ne pentirete.