Oramai i survival in Early Access hanno riempito Steam, tantissimi di questi giochi escono ogni settimana e davvero pochi di questi riescono a vedere una versione completa. A un occhio poco attento Fade to Silence sembra essere il solito survival in Early Access, ma dal trailer differenti elementi ci avevano incuriosito tanto da volerlo provare direttamente. Fra gli elementi che ci avevano colpito c’era il combat system, che sembrava molto simile a titoli action, la gestione dell’accampamento, l’aver scelto la via del solo single player(cosi da evitare di disperdere le risorse nel mantenimento dell’online) e la presenza di THQ Nordic nel progetto, quindi un publisher di un certo livello. Putroppo ci sbagliavamo e nella recensione scoprirete il perché.

Un mondo corrotto

All’inizio della nostra partita partiremo soli con zero equipaggiamento e tanto freddo. Appena svegli dovremo affrontare dei nemici che, dopo aver distrutto il nostro accampamento, cercheranno di uccidere anche noi. Ripulita la zona dai mostri verremo introdotti nel mondo di gioco, un mondo corrotto con intere zone che andranno ripulite da questa corruzione prima di poter essere visitate. Essendo un survival il nostro obiettivo principale sarà quello di far sopravvivere il nostro personaggio, per farlo dovremo trovare cibo e legna da ardere cosi da riscaldarci e non morire di freddo che soprattutto all’inizio, quando non avremo dell’equipaggiamento per mitigarlo, ci ucciderà abbastanza rapidamente. L’intero impianto survival è molto classico non abbiamo notato infatti grosse differenze rispetto ad altri titoli del genere, l’unica meccanica differente è la presenza della corruzione che renderà inutilizzabili alcune risorse. Il sistema di crafting è molto semplice avremo differenti ricette che ci permetteranno di realizzare tutti gli strumenti basilari per la sopravvivenza, per esempio un’ascia, una spada, delle bende e altro. Oltre a far sopravvivere il nostro personaggio dovremo anche ricostruire il nostro accampamento e ripopolarlo con le altre persone che incontreremo nella mappa. Qui entra in gioco la parte più peculiare del titolo ovvero quella gestionale. Possiamo infatti gestire la ricostruzione del nostro avamposto decidendo quali costruzioni realizzare e in cosa impiegare gli altri abitanti. Ognuno dei nostri compagni avrà differenti abilità, per esempio alcuni saranno degli ottimi costruttori mentre altri saranno molto abili come taglialegna, sarà nostro dovere posizionare ognuno di loro nel ruolo adatto. Gli edifici che possiamo costruire sono abbastanza limitati, oltre a degli edifici che ci permettono di sbloccare nuove ricette per il crafting, possiamo unicamente costruire le mura e le abitazioni. Le mura saranno essenziali per sopravvivere alle orde continue di mostri corrotti che cercheranno di distruggere l’avamposto. Interessante la possibilità di fare degli upgrade ai nostri edifici, purtroppo per adesso ne sono disponibili pochi.

L’incubo della permadeath

Ogni volta che si muore siamo riportati nel nostro accampamento, se però periremo per più di sei volte otteremo una schermata di Game Over e dovremo quindi riniziare da capo tutto il gioco. Questa meccanica può essere stimolante o orrenda a seconda di che tipo di giocatore siete, per alcuni sarà frustrante dover ricominciare da capo, per altri invece potrebbe risultare in uno stimolo per giocare meglio non prendendo mai rischi inutili. Si può morire in differenti modi, uccisi dal freddo, dalla fame oppure dai mostri corrotti che infestano il mondo di gioco. Per affrontare questi mostri dovremo padroneggiare il combat system che purtroppo non è come ci sembrava nei trailer. Nei combattimenti possiamo eseguire tutte le azioni basilari degli action, quindi parata, schivata, attacco leggero e pesante. Il problema del combat system risiede nella macchinosità delle animazioni e nella prevedibilità dei nemici. Tutto il combattimento risulta macchinoso e buggato abbiamo riscontrato infatti differenti bug nelle animazioni, a peggiorare il tutto ci pensa la bassa varietà di nemici e la facilità con cui possiamo comprenderne i pattern, dopo le prime ore di gioco ogni scontro sarà più un fastidio che un divertimento.

Reparto Tecnico

Visto che stiamo parliando di un gioco in Early Access ci aspettavamo dei problemi tecnici, non ce n’è aspettavamo però cosi tanti. Oltre ai soliti bug più o meno gravi che si incontrano in tutti questi prodotti, abbiamo riscontrato anche delle pessime prestazioni. Con una RX 480 abbiamo incontrato differenti cali di frame con troppe zone in cui abbiamo dovuto accettare di giocare sotto i 30 fps. Abbassare i settaggi non migliora molto la situazione, abbiamo inoltre incontrato dello stuttering molto fastidioso. Anche l’IA alleata e nemica ha bisogno di molto lavoro aggiuntivo, per essere chiari, non è tanto peggiore rispetto ad altri prodotti in Early Access che abbiamo provato, ma ci aspettavamo di più. Per fortuna però il reparto tecnico di Fade to Silence presenta anche differenti punti positivi, l’ambientazione è generalmente ben curata quando giochiamo riesce a trasmetterci bene il freddo che prova il protagonista. Il colpo d’occhio che il gioco riesce a restituire è buono, certo nella resa dei volti e di alcune texture stenta, ma generalmente non abbiamo trovato molto di cui lamentarci. Stesso discorso possiamo fare per il sonoro, generalmente buono ma che presenta alcuni bug che speriamo siano risolti.

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