Quando tra gamer si parla di Piranha Bytes le opinioni sono spesso discordanti. Alcuni li ritengono uno studio di geni incompresi, altri li bollano come sviluppatori mediocri incapaci di stare al passo con i tempi. Come sempre la verità sta in mezzo e prima di raggiungere un giudizio definitivo bisognerebbe secondo noi effettuare i dovuti distinguo. Parliamo intanto di uno studio minuscolo, composto da appena una trentina di elementi, e dal budget risicato che nel corso degli anni ha saputo regalarci serie come Gothic e Risen, entrambe non perfette ma comunque degne di nota. D’altro canto è anche vero che certi problemi lo studio con sede a Essen se li trascina dietro fin dagli albori del suo pedigree videoludico, motivo per cui la ricezione da parte di pubblico e critica è sempre stata freddina.

Con Elex i Piranha Bytes tornano alla carica in cerca di riscatto per la grande opportunità sprecata di Risen 3: Titan Lords, e lo fanno puntando ancora sul genere action RPG. Stavolta il setting si dissocia dall’abusato medieval fantasy e abbraccia sia sci-fi che post-apocalittico rimandando per certi versi a Horizon: Zero Dawn (sì, anche qui troverete mech e dinosauri). Elex mostra un mondo sull’orlo del baratro in seguito all’atterraggio di una devastante meteora che ha portato con sé uno strano materiale organico dall’alto tasso di pericolosità, appunto l’Elex, che sembra espandersi senza sosta per tutto il globo. Il protagonista, Jax, fa parte di una setta di soldati infettati dall’Elex e viene spedito in una missione solitaria nella parte più selvaggia del pianeta, abitata da tribù di cultisti e creature letali.

Purtroppo qualcosa va storto e, dopo un atterraggio di fortuna, Jax viene raggiunto e praticamente radiato da un gruppo di soldati appartenenti al suo stesso esercito, i quali lo costringono alla fuga. L’espediente narrativo dell’esilio, già usato in passato dagli sviluppatori, segue qui pedissequamente le orme di Risen e ci mette subito di fronte a un enorme open world dentro cui la sopravvivenza è un privilegio di pochi. Un mondo che spiazza, intimorisce, presenta sin da subito ostacoli apparentemente insormontabili ma che offre un background narrativo tra i più ricchi del genere. C’è un ottimo lavoro di scrittura dietro la storia e il lore di Elex. Il mix di vecchio e nuovo, di passato e futuro, funziona molto bene: tra fucili al plasma, vichinghi, dinosauri e magia, perdere l’interesse sarà difficile. Tra l’altro le scelte del giocatore influenzano realmente la storia e tutto ciò che lo circonda, una caratteristica oggi non affatto comune nel mercato degli RPG occidentali.

Il gioco offre inoltre un sottobosco di trame secondarie che coinvolgono soprattutto le fazioni, altro elemento tipico delle produzioni Piranha Bytes. Abbiamo i Chierici, fanatici dell’antica tecnologia appartenente al periodo pre-apocalittico, i Fuorilegge, gli anarchici della situazione, i Berserk, tradizionalisti amanti della natura, e infine le Albe, ovvero il gruppo di cui fa(ceva) parte Jax. A differenza dei titoli precedenti, però, qui le fazioni giocano un ruolo marginale nella quest primaria e si limitano a fornire equipaggiamenti o piccoli bonus senza raccontare nulla di davvero rilevante. Lo stesso si può dire di gran parte delle missioni, che nonostante in alcuni frangenti riescano a offrire spunti piuttosto interessanti, alla fine della fiera rientrano nell’infelice categoria delle fetch quest.

Questa non sarebbe poi neanche una mancanza così grave se il combat system fosse godibile. E invece i Piranha ci ricascano presentandoci un sistema vagamente action basato sul posizionamento che risulta lento, legnoso e sbilanciato in modo a tratti imbarazzante. Pessime le animazioni, a dir poco rotte le hitbox, carente il feedback visivo e malfunzionante il lock-on. Questo per quanto riguarda il corpo a corpo. Usando le armi da fuoco la situazione migliora leggermente ma la visuale di mira troppo ravvicinata crea non pochi fastidi. Non un dramma, vista la limitatezza dell’intelligenza artificiale, dedita nella maggior parte dei casi a correrci incontro e incastrarsi in ogni dove. Possiamo dire lo stesso degli alleati che anziché aiutarci in combattimento rimangono impalati sul posto come statue di marmo.

Carente anche la progressione, considerando la semplicità dello skill tree e la notevole difficoltà con cui si sale di livello e si guadagnano soldi. Ciò crea un vero e proprio muro di grinding una volta superate le fasi iniziali, giacché i nemici a quel punto diventano esponenzialmente più forti mentre noi rimarremo con armi ed equipaggiamenti rinvenuti durante i primi minuti di gioco. Il nostro suggerimento? Procuratevi scorte infinite di granate, l’arma più devastante in assoluto, e spammatele in direzione degli avversari per rendervi la vita più semplice. D’altronde la varietà e i pattern dei mob non sono tali da garantire combattimenti avvincenti e impegnativi in senso stimolante.

Alti e bassi dal punto di vista grafico. L’art style di Elex è senza ombra di dubbio una delle parti più riuscite del titolo, offre scorci esaltanti e in generale le ambientazioni sembrano oltremodo ispirate. Tuttavia, guardando da vicino, si scopre che la conta poligonale è bassissima, con texture talmente poco risolute da sfoggiare evidenti pixel e modelli che definire old gen sarebbe generoso. E scordatevi la fluidità prestazionale perché su i7 e GTX 1080 si arriva a malapena a 100 fps di media. Per finire segnaliamo lacune anche nell’interfaccia, estremamente confusionaria e priva di informazioni vitali come gli aumenti statistici del personaggio, e nell’ottimizzazione tecnica, alla luce di una quantità spropositata di bug e glitch riguardanti qualsiasi aspetto del gioco.

Elex, in sostanza, è un’altra occasione sprecata da Piranha Bytes. Le idee c’erano, le potenzialità anche, tuttavia la realizzazione lascia davvero a desiderare. Ci riesce impossibile credere che dopo ben 20 anni lo studio tedesco non abbia ancora imparato dai propri errori, sottolineati di volta in volta da pubblico e critica. Peccato, avremmo desiderato una degna cornice complementare agli ottimi spunti narrativi e artistici di questo action RPG all’europea. Quello che abbiamo tra le mani, al momento, è tutto fuorché un titolo da acquistare a prezzo pieno.

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