Uno sguardo al passato
Dreamfall Chapters è il seguito di Dreamfall: The Longest Journey, un’avventura in terza persona uscita nel 2006, che a livello di narrazione si collegava a una delle pietre miliari delle avventure grafiche punta e clicca, The Longest Journey. Dopo ben otto anni e un finanziamento tramite Kickstarter, eccoci dunque a immergerci ancora una volta nei mondi di Stark e Arcadia, due universi paralleli che rappresentano rispettivamente la scienza e la magia, collegati tra loro tramite i sogni delle persone. L’aver giocato ai precedenti capitoli è una prerogativa importante per comprendere al meglio la trama di Dreamfall Chapters, ma nel gioco è comunque presente un breve riassunto della complessa storia dei personaggi e dei due universi.
Mantenuta l’impostazione in terza persona introdotta da Dreamfall:TLJ con cui si muoverà il personaggio come un tradizionale action anziché cliccare su sfondi prerenderizzati con il mouse, il gioco inizia a circa un anno dagli eventi accaduti nel capitolo precedente, con i protagonisti Zoë Castillo in coma nel letto di un ospedale con la sua coscienza che vaga nel “Tempostoria” e Kian Alvaro imprigionato e condannato a morte per tradimento, lungo una storia suddivisa in cinque episodi, o Books, come vengono chiamati nel gioco. La controversa moda lanciata da Telltale delle avventure a episodi ha quindi influenzato il team norvegese, proponendo però una trama che sulla carta dovrebbe veramente cambiare a seconda delle scelte del giocatore, ma nella pratica sono teorie che vanno ancora verificate, in quanto per ora è uscito solo il primo Book.
Un’occhiata al presente
Questo primo Book sarà ambientato per buona parte a Stark, l’universo tecnologico, nei panni di Zoë Castillo che riesce a uscire dal coma grazie ai suoi poteri soprannaturali che possiede nel mondo dei sogni. D’altro canto, avremo modo di vedere come Kian Alvaro riuscirà a scampare la sua condanna a morte in una breve fuga dalla prigione dove è custodito ad Arcadia, l’universo della magia. La nostra protagonista, ad eccezione dell’intro, si muoverà all’interno di Propast, una classica città futuristica a là Runner Blade tutta cemento, acciaio e neon senza luce naturale né alberi, che sarà il teatro degli avvenimenti di questo primo Book. In esso infatti prenderanno vita le vicende che ci accompagneranno e plasmeranno la storia nei successivi episodi, introducendoci alla vita personale di Zoë, al suo ragazzo, al suo lavoro, ai suoi colleghi e a un lavoro part-time in una campagna politica. In Dreamfall si parla, e anche tanto, e i dialoghi, come la recitazione e il doppiaggio, sono di ottima qualità (è completamente assente la localizzazione italiana), così come la qualità dei personaggi con cui avremo a che fare, e sebbene abbiano una propria personalità, un modo di parlare unico e inconfondibile, e un buon modello poligonale, la pecca è insita nelle animazioni, che poco si è fatto per dare espressività al volto di essi, e di fatto rimangono mono-espressivi durante i primi piano. Il che è un peccato per un gioco che mette in risalto gli stati d’animo dei personaggi e le relazioni con essi.
Una sbirciata al futuro
Questo primo capitolo ha la sola funzione di introdurre pochi concetti narrativi, nonché far fare delle scelte importanti, e già la prima scelta che ci verrà posta avrà ripercussioni sul lavoro che la protagonista sceglierà di svolgere una volta uscita dal coma. In un caso come riparatrice di robot in una officina sgangherata, nell’altro come biologa in un organizzato laboratorio. La scelta influenzerà anche a come Zoë sarà vestita nel corso dell’avventura, ma ci auguriamo che le scelte abbiano influenze ben maggiori e non siano limitati all’abbigliamento dei personaggi e su qualche linea di testo diversa nei dialoghi. La trama in sé purtroppo non decolla mai veramente, e ovviamente questo primo Book si conclude piuttosto velocemente (4-5 ore) con un cliffhanger, piuttosto prevedibile a dire il vero, ma per fare giudizi sulla trama vera e propria bisognerà aspettare i prossimi episodi.
Per tutta la durata dell’avventura non si farà altro che parlare e camminare in un ambiente ricco e dettagliato ma con pochissimi punti d’interazione. Scordatevi ancora una volta di risolvere enigmi a base di oggetti da trovare e combinare tra loro, i due o tre presenti sono alquanto blandi e di immediata risoluzione, e di certo non saranno loro a mettervi i bastoni tra le ruote: qui la difficoltà maggiore sarà riuscire a trovare i vari luoghi d’interesse, aiutandosi con le varie cartine interattive sparse per la città. Ma per chi ha un buon senso d’orientamento, nemmeno questo è un grande ostacolo. Insomma, dal punto di vista puramente ludico, l’offerta di Dreamfall è un po’ misera, per cui il giudizio complessivo ricadrà su quanto la trama sia stata ben scritta.
L’imperfetto
Dal punto di vista grafico, DC è bello da vedersi, anche grazie alla direzione artistica intrapresa per creare una città futuristica, quasi plausibile, liberamente esplorabile – interni di molti edifici esclusi. Sebbene siano presenti effetti grafici elementari come luci, ombre e riflessi ben implementati nel mondo di gioco, tutto questo ha un peso molto gravoso in termini di prestazioni: su un computer di fascia alta, il gioco non è mai stato in grado di raggiungere i 60 fps (ma pur sempre al di sopra della soglia dei 30), cosa non grave per questo genere, ma che evidenzia che su PC di fascia medio o bassa potrebbero esserci dei problemi di fruibilità a meno di scendere a pesanti compromessi grafici, il che potrebbe essere un difetto di non poco conto per questo tipo di gioco dove non c’è niente, in termini videoludici, che richieda grandi sforzi da parte dell’hardware per farlo girare decentemente.
Pro
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Ottima atmosfera;
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Personaggi memorabili ottimamente doppiati;
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Buona esplorazione dell’ambiente di gioco;
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Tante scelte e decisioni…
Contro
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… le cui conseguenze sono ancora tutte da verificare;
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La trama vera e propria non decolla;
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Graficamente è inutilmente pesante;
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A quando gli altri episodi?
Commento Finale
Dreamfall Chapters Book 1 è un tiepido inizio, in cui si mettono sul piatto le faccende personali della protagonista, tante scelte che potrebbero cambiare la storia, ma scalfendo pochissimo la trama vera e propria. Per via di questa discutibile struttura a episodi, vi ritroverete a finire il gioco senza avere qualcosa di memorabile impresso, e probabilmente senza nemmeno ricordarvi delle diramazioni narrative che vi erano state poste una volta che il Book 2 verrà pubblicato, la cui pubblicazione è ancora ignota nonostante siano passati ormai mesi. Per ora il gioco si salva per il lato artistico, l’ottima recitazione e caratterizzazione dei personaggi, ma soprattutto sulla fiducia posta per i successivi capitoli, e dal Book 2 vogliamo vedere qualcosa di più tangibile e coinvolgente, e soprattutto più inerente agli universi di Stark e Arcadia.