Avete mai desiderato giocare a un gioco stealth dove due giocatori collaborano per portare a termine loschi piani? Magari dove uno gioca il ruolo dell’agente operativo sul campo, mentre l’altro fa la parte dell’hacker in grado di violare i sistemi informatici e guidare tramite auricolare il suo collega su eventuali minacce mentre osserva la piantina dell’ambiente? Allora siete nel posto giusto, perché Clandestine, gioco in Accesso Anticipato su Steam, fa al caso vostro! Ma come stanno procedendo i lavori?
Il mio nome è Bond… più o meno.
La versione in anteprima contiene 4 mappe, tutte affrontabili in 3 modalità. Non c’è storia né campagna, per ora, bensì si hanno dei semplici obiettivi da seguire a seconda della modalità scelta, come dover uccidere tutte le guardie, rubare documenti specifici disseminati nella mappa, oppure raggiungere un punto particolare della mappa, il tutto aiutati dal nostro fido hacker che farà da angelo custode.
Tutto molto interessante sulla carta, peccato che giocando nei panni dell’operativo – in terza persona come in un Splinter Cell qualsiasi – bastino i primi secondi per capire che qualcosa non va: i controlli sono veramente legnosi, rispondono male agli input del giocatore. Muovere il personaggio è tutt’altro che semplice, e anche aprire una porta può essere una sfida, ma le cose peggiorano ulteriormente se si cerca di sfruttare i muri come riparo: semplicemente, muoversi sotto copertura, come tanto va di moda negli sparatutto in terza persona oggigiorno, è un’impresa, il personaggio non si muove proprio per niente come vorremmo. C’è ancora molto lavoro da fare per renderlo movibile e degno per essere giocato decentemente. Ma tolto questo, com’è giocare con l’hacker?
“Ora vai a destra. Aspetta, ti apro la porta”
Nei panni dell’hacker, invece, il giocatore si ritroverà davanti alla postazione dell’abile informatico, con lo schermo diviso in varie parti, ognuna con un suo scopo ben preciso. Nell’angolo superiore destro, ad esempio, vedremo la telecamera posizionata sulla testa dell’operativo, poi sarà presente la piantina e gli schemi della struttura con telecamere e porte segnalate, e infine ci sarà un albero utilizzato per prendere il possesso di telecamere o violare computer e tastierini numerici. Il suo utilizzo non è molto intuitivo, e ci vorrà un po’ di tempo per capire appieno come si utilizzi tutta la sua interfaccia.
Ciò che dovrebbe fare l’hacker ormai dovrebbe essere chiaro: guidare a voce il suo collega attraverso la mappa, anticiparlo dei pericoli, segnalare telecamere, e violare porte, serrature e computer.
Ma la vera domanda è: serve l’hacker? La risposta non è banale, ma si può riassumere così: sì, ma decisamente non nel modo che gli sviluppatori volevano.
Ops… mi hanno scoperto!
Clandestine dovrebbe essere un gioco stealth, ovvero uno di quei giochi dove se si viene beccati, ci si ritrova solo un bel game over a schermo, più o meno come nel titolo Stealth per antonomasia già citato. O comunque, in una situazione da cui è difficile uscirne. Purtroppo, la cruda realtà è questa: far suonare un allarme equivale solo a far arrivare a frotte le unità nemiche presenti sulla mappa fino alla posizione della spia, e grazie alla pistola in dotazione, può inanellare headshot su headshot per disfarsene e finire la missione nella tranquillità più totale. È anche vero che una tattica del genere è rischiosa poiché bastano due colpi per mandare il nostro operativo al creatore, ma scopre il fianco a diverse altre problematiche che il gioco ha: innanzitutto la nostra arma, quando la si ricarica, diventa inutilizzabile per qualche misteriosa ragione, il sistema di mira è semplicemente ignobile, con l’angolo della visuale massima molto basso (ad esempio è impossibile distruggere una telecamera posta sopra di noi) e per finire l’IA fa acqua da tutte le parti. Per come è stata programmata, gli ci vuole un bel po’ di tempo per scoprire la nostra spia, con la classica “barra dell’attenzione” che appare sull’hud quando qualcuno la vede, ma finché non si riempie tutta non le sparerà, dando effettivamente un bel margine di tempo per tirargli un bel colpo in testa. Ma oltre a questi problemi di “disattenzione”, l’IA proprio non fa niente di diverso che arrivare davanti all’agente per spararle.
Altro baco degno di nota, ma che sa regalare sane risate, è che i nemici possono attraversare porte completamente chiuse, come se fossero fantasmi. Ah, la magia del clipping.
Un’occasione sprecata?
Insomma, Clandestine poteva essere un gioco stealth quantomeno originale e intrigante, ma fallisce miseramente tutti i suoi obiettivi, proponendo un gioco che di stealth, di fatto, non ha nulla, essendo decisamente più facile uccidere tutti a vista piuttosto che sgattaiolare non visti con l’altro giocatore che spiega per filo e per segno cosa fare, ma a conti fatti è utile solo quando deve violare sistemi o per localizzare documenti particolari.
Le idee ci sono, come ad esempio poter piazzare un cercapersone nella mappa affinché l’hacker possa farlo suonare e attirare l’attenzione di eventuali guardie, oppure che sia necessario comunicare a voce la combinazione delle serrature alla spia, ma siamo molto lontani da un prodotto che possa essere divertente per più di 5 minuti e si capisce che c’è veramente molto, moltissimo lavoro da fare per renderlo quantomeno giocabile, ed è plausibile che questo gioco resti in fase beta ancora per parecchi mesi.