La petizione Stop Killing Games ha ufficialmente superato l’incredibile soglia del milione di firme, dimostrando la forza di una community unita per la preservazione dei videogiochi. L’iniziativa, nata per contrastare una pratica sempre più diffusa tra i publisher, ha catalizzato l’attenzione globale.
Il cuore del problema, che ha spinto milioni di giocatori a mobilitarsi, è la crescente tendenza a vendere titoli “always online”, ovvero giocabili esclusivamente con una connessione attiva. Questo modello implica che, nel momento in cui un’azienda decide di spegnere i propri server, il gioco per cui un utente ha regolarmente pagato diventa di fatto inutilizzabile. Come sottolinea il sito ufficiale del movimento, molti videogiochi sono venduti come beni senza una data di scadenza dichiarata, ma progettati per smettere di funzionare non appena il supporto del publisher cessa.
L’iniziativa, lanciata nel 2024 dal content creator Ross Scott, ha raggiunto il suo obiettivo principale tramite l’Iniziativa dei Cittadini Europei. Il traguardo del milione di firme è stato superato oggi 3 luglio, segnando un momento cruciale per la campagna. Non solo: anche la petizione parallela rivolta al governo del Regno Unito ha superato ampiamente il suo obiettivo, raccogliendo oltre 130.000 firme.
Questo successo non è solo simbolico. Con il raggiungimento di questa soglia, è molto probabile che la Commissione Europea sia ora tenuta ad affrontare la questione. Si apre così la concreta possibilità che venga introdotta una nuova legislazione per proteggere i diritti dei consumatori, garantendo che i videogiochi acquistati rimangano accessibili nel tempo e promuovendo la loro conservazione.
Tuttavia, la battaglia non è ancora vinta. Gli organizzatori sottolineano l’importanza di continuare a firmare, poiché una parte delle firme raccolte potrebbe non superare il rigoroso processo di convalida.
