Shadow of the Colossus – Recensione

13, un numero che a molti dirà poco o nulla. 13 sono il numero di anni che separa una cerchia di vecchi e fortunati videogiocatori che nel lontano 2005 hanno avuto la fortuna di giocare Shadow of the Colossus. Il 2018 è invece l’anno della rinascita di questo titolo tanto acclamato dai fan. Infatti Sony coadiuvata dal team di sviluppo Bluepoint Games ha riportato alla luce sotto forma di remake, un titolo prezioso ed essenziale per la crescita di un videogiocatore.

Il piacere della (ri)scoperta

La storia di Shadow of the Colossus è un viaggio, un terribile viaggio che vede il giovane Wander sconfinare nelle Forbidden Land nel tentativo di resuscitare la giovane Mono, suo amore e vittima di un sacrificio, anche se questo significa rinnegare la propria gente ed il proprio culto. La narrativa di Shadow of the Colossus è silente e poetica pur presentando diverso sottotesto, riscontrabile soprattutto nelle ambientazioni di gioco ricche di richiami alla cultura di Wander e della sua gente.
Shadow of the Colossus è un gioco creato per tutti ma non è per tutti. Tuttavia dovrebbe essere provato almeno una volta da qualsiasi videogiocatore che si definisce tale. Come un quadro all’apparenza senza significato, Shadow of the Colossus parte da una cornice asettica e grigia per poi trasformarsi in un quadro dalle mille sfumature d’emozione. Tale affermazione è tangibile soprattutto durante la battaglia con gli enormi colossi, titani all’apparenza indistruttibili che una volta colpiti a morte riescono a trasmettere al giocatore un’empatia disarmante tramite la loro lotta alla sopravvivenza. Ma in questa battaglia non c’è spazio per la compassione, solo uno può sopravvivere, o noi o loro!
Il volto di Wander in tal senso è esplicativo di quanto appena detto. La sua espressione e in particolare il suo sguardo trasudano decisione e nei suoi occhi non c’è traccia di empatia. Tutto il possibile deve essere fatto per riportare in vita Mono e nessun prezzo è troppo alto.

Colossi, no more!

Quanto detto sopra vale anche per l’aspetto puramente videoludico. Infatti Shadow of the Colossus è quel genere di titolo dove anche il silenzio è parte del game design ed ha un suo valore, ma soprattutto rappresenta un elemento di assoluto pregio per la fruizione e la godibilità del titolo. Spesso e volentieri vi capiterà di attraversare le vaste zone della Forbidden Land accompagnati soltanto dal rumore della natura incontaminata e da quello degli zoccoli galoppanti della vostra fedele cavalla Agro. Il tutto solo per immergervi completamente nelle lande proibite e per creare una connessione con esse. L’intento di creare un gioco che sia anche un’esperienza lo si ritrova anche nella totale assenza di un HUD che rende le scene a schermo ancora più panoramiche ed immersive. Dal punto di vista prettamente ludico Shadow of the Colossus offre al giocatore lo stesso schema per tutta la durata dell’avventura. Tuttavia non disperate, in quanto in questo caso la ripetitività non corrisponde a monotonia. Il gameplay si basa essenzialmente sull’abbattere mastodontici colossi con una struttura che si insedia a metà tra un gioco action ed un puzzle game ambientale. Infatti per abbattere i giganteschi colossi bisognerà scalarli per poi colpirli nei loro punti vitali. Tutti gli scontri prevedono un metodo di approccio unico, soluzione che previene il sopracitato problema della monotonia. Nota al margine per gli amanti del completismo, una volta terminato a qualsiasi difficoltà il gioco la prima volta, vengono sbloccate le prove a tempo le quali una volta completate danno accesso ad una serie di armi aggiuntive.

Comparto tecnico

Durante la nostra prova, Shadow of the Colossus è stato provato su Playstation 4 Pro. Su questa versione della console è possibile scegliere tra due modalità grafiche, la prima denominata “Performance” predilige il frame rate alla risoluzione, mentre la seconda modalità chiamata “Cinema” predilige la risoluzione. Impostando la modalità Performance, il gioco sarà impostato ad una risoluzione di 1080p e un frame rate a 60fps. Invece nella versione Cinema il gioco avrà una risoluzione in 4K Dinamico con un frame rate bloccato a 30fps. La qualità grafica generale del titolo si è dimostrata molto elevata con una cura dei dettagli veramente sbalorditiva. Il pelo dei colossi, le ombre dinamiche proiettate dai modelli e la qualità dell’erba sono solo alcuni dei dettagli che impreziosiscono il comparto tecnico di Shadow of the Colossus.
Non manca qualche piccola sbavatura come Agro che si incastra saltuariamente in qualche elemento dello scenario o qualche stortura con la fisica di Wander che tuttavia non inficiano sulla godibilità del gioco.

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