Playstation Now su PC: una rivoluzione in arrivo

Nella giornata di ieri Sony ha annunciato l’arrivo di Playstation Now su PC Windows entro la fine dell’anno, partendo da alcune zone europee per poi giungere in Nord America.
Il servizio manterrà il costo standard dell’abbonamento attuale rivolto agli utenti PS4 e permetterà di giocare in streaming ad una libreria composta da oltre 400 giochi, in buona parte esclusive PS3.
Si vocifera che un servizio simile riguardante i titoli PS4 potrebbe vedere prossimamente la luce, tuttavia, trattandosi di rumor, non c’è ancora nulla di concreto in merito.
La notizia, ad ogni modo, è di quelle grosse: dopo Microsoft con la sua Universal Windows Platform, lo store e le esclusive condivise adesso anche Sony si apre al mercato PC, confermando le nostre previsioni.

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Questo perché i numeri parlano chiaro, a dispetto di quanto affermino i soliti profeti della sempreverde morte del gaming su PC, e le statistiche di vendita del software iniziano a non essere più così favorevoli al lato console come in passato.
D’altronde solo Steam riesce a vantare quasi 200 milioni di utenti attivi, quantità a dir poco impressionante che se rapportata ad una stima di profitto anche molto approssimativa e al ribasso data dalla media di 11 giochi ad account, fa sicuramente gola a qualsiasi distributore dotato di senno.
Ormai il fenomeno della pirateria non sembra avere la rilevanza di un tempo, almeno non di fronte al successo sbalorditivo del digital, motivo per cui persino gli storici osteggiatori del computer da gioco stanno ammorbidendo le proprie posizioni.
Tutti saltano sulla barca del vincitore, a quanto pare, attratti dall’odore invitante della pecunia.

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Ma cosa significa ciò per noi comuni mortali?
Innanzitutto, sebbene fosse già piuttosto chiaro fin dal reveal di Project Skorpio e PS4 Neo, a breve potremmo finalmente dare l’addio alle console così come le conosciamo.
La loro integrazione con l’ecosistema Windows sembra ormai scontata, sia essa diretta (client appositi, esclusive Microsoft) o indiretta (servizi di streaming), sintomo di una progressiva rinuncia a voler competere almeno dal punto di vista dell’hardware con i PC di fascia media.
Il decadimento prematuro delle console di current gen ha spinto innumerevoli consumatori a valutare la possibilità di assemblare autonomamente la propria piattaforma da gaming a prezzi spesso modici e con la consapevolezza di poter ammortizzare la spesa iniziale risparmiando sul software grazie ai rivenditori digitali sul web.

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Tale tendenza ha convinto Sony, Microsoft ed anche Nintendo (se ricordate tempo addietro si parlava di un network comprendente NX e Windows) a riconsiderare il modus operandi console-centrico e adattarsi alle esigenze del giocatore moderno.
Una facile deduzione dei fatti odierni ci induce a credere che tra una manciata di anni il concetto stesso di console potrebbe addirittura sparire lasciando spazio soltanto al PC e al mobile, i quali ospiterebbero molteplici servizi sullo stile di Steam in grado di fornire l’accesso a qualsiasi titolo in circolazione, ci auguriamo senza un abbonamento mensile.
I primi passi sono già stati mossi: chiaramente non ci si può aspettare una rivoluzione istantanea perché il mercato non funziona così ma l’utopia di un mondo del gaming unificato inizia a diventare sempre meno illusoria.

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