Plant Vs Zombies: Garden Warfare – Recensione

Plant Vs Zombies: Garden Warfare - Recensione 1
Plant Vs Zombies: Garden Warfare - Recensione 1

Tradizione Vs Innovazione

Se vi dico Garden Warfare, pensereste subito all’accoppiata FPS e giardino, ma se allo stesso aggiungiamo personaggi come zombie, sparasemi e cactus, che come obiettivo hanno quello di proteggere il giardino o di distruggerlo, saprete anche voi che la fusione di tutte queste caratteristiche è un mix perfetto per creare uno sparatutto esilarante.
Ma partiamo dall’origine: se vi parlo di Tower Defense, credo che per tutti coloro che ogni giorno navigano sull’apple store o sul google play, questo genere di gioco sicuramente non sarà nuovo, e la maggior parte conosceranno uno dei titoli di questo genere che ha riscosso molto successo: Plant vs Zombies.
Infatti PopCap Game desiderosa di poter intrattenere attraverso il loro gioco più gamer possibili, ha voluto rivoluzione il titolo, sperimentando uno spinoff, che ricalca la struttura di base del Tower Defense, ma allo stesso tempo riesce a rivoluzionarlo, trasformandolo in un FPS.

Un Tower Defense a misura di FPS

Molte saranno le meccaniche che rincorrono nella serie: girasoli che grazie alle loro stelle ci fanno recuperare la vita, zombie con coni segnaletici sopra la loro testa, mappe molto colorate, cactus, spara semi e mastica zombi sono questi gli elementi che troveremo e che ci riportano anche al titolo visto su smartphone, ma allo stesso tempo, la libertà di movimento, attraverso la capacità di esplorare liberamente la mappa e alle varie modalità che il gioco propone, riesce ad incantare ed ad innovare generando una struttura ben congegnata.

Appena avviato il gioco la prima impressione che avremo è la sostanziale mancanza di una modalità in single player, fattore che limita di molto l’esperienza, infatti potersi mettere nei panni di un cactus o di uno zombie e intraprendere un’avventura con loro sarebbe potuto essere divertente e bello per poter capire i retroscena del titolo.

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Piante o Zombie? Questo è il dilemma

Varie sono anche le modalità di gioco che si presentano, certamente non sono tantissime, ma permettono di creare un ambiente piuttosto vario capace di far sentire meno la noia che si potrebbe presentare in altri titoli dello stesso genere.
Consigliamo per tutti i neofiti la modalità Tappetino di benvenuto, la quale permette oltre alle meccaniche tipiche di ogni deathmatch a squadre di poter aumentare la propria vita qualora si muoia troppo spesso.
Inoltre troveremo Eliminazione a squadre che è il classico deathmatch con team da dodici, e un altra modalità sarà Tombe da giardini, che ci permetterà di difendere il nostro giardino piantando tra l’altro delle torrette capaci di attaccare il nemico.
Tra tutte, questa forse è la modalità che più rispecchia il titolo originale, riuscendo a creare una struttura molto divertente.
Abbiamo poi la Gnomba dove dovremo impossessarci di un nano da giardino, sullo stile dei classici cattura la bandiera e metterlo nelle basi nemiche per farle saltare letteralmente in aria.
Oppure la classica modalità Mista e la ben più interessante Operazione giardino, dove orde di zombie ci attaccheranno e dovremo difendere il nostro giardino, piantando figurine nei vasi e creando torrette o girasoli per ridonare la vita ai nostri amici oppure per combattere direttamente il nemico che a mano a mano diventa sempre più forte con dei mini boss a segnalare la fine dell’invasione.

Parliamo di grafica…

Dal lato della grafica, abbiamo un prodotto che riesce a creare uno scenario diverso dalle solite ambientazioni FPS e bello sotto il profilo visivo.
Infatti, la grafica cartonata che ruota attorno al prodotto, è essenziale a creare un mondo che interagisce perfettamente con i personaggi con cui avremo a che fare, certamente non sarà perfetta, qualche texture in bassa definizione non tarderà a mancare, ma riesce comunque sia al massimo dei dettagli a creare un ambiente piacevole che difficilmente si dimenticherà.

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E dei punti negativi

Ogni gioco però ha anche le sue note negative, infatti oltre l’assenza di una vera e propria campagna in single player, anche la chat vocale, non è stata ben strutturata.
Urla, fruscii, rumori di tv e quant’altro, sono questi i suoni che ben presto prenderanno il sopravvento all’interno del titolo, rendendo impossibile una piacevole e “tranquilla” sessione di gioco a suon di semi sparati nella testa degli zombie, infatti sarà impossibile disattivare permanentemente la chat stessa.
Se ci concentriamo sul lato del gameplay invece, ben presto ci accorgeremo di come in molte modalità, la funzione chat sarà importantissima, infatti in alcuni casi l’utilizzo di una minima strategia è essenziale, poichè ogni personaggio ha un punto di forza ma allo stesso tempo anche di debolezza, parlando del girasole per esempio è utile per ristabilire la vita ai nostri amici e per dei colpi precisi e mirati, ma allo stesso tempo è molto esile e debole.

Conclusione

Possiamo dunque concludere che quello che ci prospetta è un gioco davvero interessante, capace di mettere sotto una luce diversa gli FPS, genere che si è standardizzato sull’onda di titoli di successo come Call of Duty e Battlefield.
Inoltre il connubio perfetto tra il Tower defense e lo sparatutto è possibile identificarlo nelle varie modalità che lo stesso gioco ci propone, capace di dare vita ad un titolo frenetico ed esilarante allo stesso tempo.
La mancanza di una storia rappresenta però un punto negativo ma che riesce a far sentire meno la propria mancanza grazie a modalità ben strutturate anche per i neofiti stessi del genere.
Seppur con qualche difetto il gioco riesce benissimo nel suo intento, quello di generare un titolo interessante e curioso ma che purtroppo ben presto potrebbe portare ad un senso di noia dovuto alle poche modalità disponibili.

Pro

  • Modalità ben congegnate
  • Strategia necessaria in alcune circostanze

  • Gameplay e grafica ottimi

Contro

  • Prezzo
  • Alla lunga noioso

Commento Finale

7,5

Plants Vs Zombie: Garden Warfare è un prodotto unico sul mercato, capace di ammaliare anche il videogiocatore più schivo a questi generi. Tutto questo grazie ad un comparto tecnico e un ottimizzazione che si avvicinano sensibilmente alla perfezione.

 

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