Northgard – Recensione

Dura la vita dei vichinghi. Quasi nessuna comodità, il rischio sempre dietro l’angolo. Vite intere passate all’addiaccio o sopra lunghe e maestose navi. Vite fatte di incursioni e cruente battaglie, vite piene di tradimento e vendetta. Nemici in ogni dove: popolazioni straniere, altri clan di vichinghi, la natura stessa. Orsi e lupi imperversano le lande norrene, il freddo stringente che ogni inverno ti mette a dura prova. Risorse che non bastano mai, un terreno che da scarsi frutti. Una lunga e interminabile serie di avversità segna il leitmotiv dell’esistenza nordica. Se si riesce a sopravvivere a tutto ciò ci si sente immortali. Il fuoco vivo che arde dentro sé, la pelle temprata dalle intemperie, un senso di onnipotenza. Tutto è lecito per i vichinghi, e loro lo sanno bene. Ciò che desiderano lo prendono con la forza, lo strappano all’avversario. Cruenti e maestosi, i vichinghi sono una figura quasi leggendaria dell’immaginario umano.

Shiro Games, casa dietro i celebri Evoland, promette di farci vivere queste emozioni sui nostri schermi con Northgard, strategico in tempo reale che tante buone impressioni regalò nel suo periodo in accesso anticipato. Ora i tempi sono maturi, il rodaggio è stato compiuto. Northgard è finalmente disponibile nella sua incarnazione definitiva ed è pronto ad essere sottoposto alla nostra prova.

Ragnarock

Clan e leggende. In queste due parole possiamo velocemente riassumere i vichinghi. Tante piccole casate guidate da jarl, spesso in lotta tra di loro. Altrettante leggende. Jotunn, valchirie, viverne e tant’altro. La tradizione vichinga è fulgida di personaggi e situazioni mitologiche e tali misticismi sembrano vivere oggi una nuova giovinezza in ambito videoludico. Dopo Hellblade dello scorso anno anche il prossimo God of War prende infatti a piene mani dalle credenze nordiche. Northgard riesce saggiamente ad inserire tali elementi mitologici dentro di sé senza scadere mai nell’esagerazione e senza perdere di vista il realismo delle meccaniche di gioco. Se vi aspettate battaglie all’ultimo sangue e scontri di proporzioni epiche purtroppo avete sbagliato titolo. In Northgard le battaglie non mancano e spesso possono anche stravolgere l’economa di gioco ma non sono assolutamente il fulcro su cui ruota tutto l’ecosistema. Difficilmente avremo più di poche decine di combattenti per volta anche nei più cruenti scontri e la scelta tattica si riduce a solamente tre diverse tipologie di guerrieri. Questo, attenti, non vuol dire che Northgard sia un titolo approssimativo, anzi sta ad indicare come la vera anima sia da ricercare altrove.

Quello che a prima vista può sembrare un eccessivo semplicismo delle meccaniche di gioco si rivela infatti poco dopo come un severo e difficilmente ammaestrabile sistema. Northgard nasconde dentro di sé l’anima di un gestionale. Con poche risorse a disposizione, una terra avida e l’inverno ogni anno incombente sarà infatti sempre più arduo vedere gli albori della primavera. Ogni minima espansione del nostro piccolo impero deve essere accuratamente calibrata. Il cibo non deve assolutamente mancare, la legna deve essere sempre presente. Senza soldi non si potranno pagare i soldati e senza felicità i cittadini lavoreranno peggio e la popolazione non crescerà. Un nuovo edificio da costruire o una nuova zona da amministrare potrebbero distruggere il fragile equilibrio precedentemente creato. In tutto ciò dovremo essere pronti a difenderci dagli attacchi nemici come animali ed esseri mitologici. Il tutto senza ovviamente dimenticare i clan avversari. Combattere per la sopravvivenza con tutto e tutti contro, questa è la vera essenza vichinga di Northgard.

Una casella alla volta

Le mappe di gioco in Northgard sono suddivise in zone di vario tipo. Non tutte avranno le stesse caratteristiche e non tutte saranno sfruttabili allo stesso modo. Mentre per esempio delle aree saranno più adatte a coltivare in altre sarà più indicato darsi alla falegnameria. Per prendere controllo di tali superfici sarà ovviamente necessario liberarle prima dalle presenze ostili, ambientali o umane che siano. Una volta fatto ciò dovremo versare una sorta di tributo per colonizzarle e annetterle quindi al nostro impero. Come precedentemente illustrato darsi all’espansione più sfrenata non è la scelta più felice possibile. Sarà sempre preferibile allargarsi lentamente ma in modo equilibrato, evitando di fare il passo più lungo della gamba.

Un aspetto peculiare di Northgard è sicuramente la gestione della forza lavoro. A differenza di altri titoli analoghi non avremo delle singole unità per ogni mansione. I cittadini infatti potranno dedicarsi a diverse attività nel corso del tempo e basterà trascinarli da un edificio all’altro per portarli a cambiare compito. Nel corso dell’inverno le forze armate e i guaritori saranno quindi al minimo per fare fronte ad un maggiore fabbisogno di risorse; viceversa nel bel mezzo di uno scontro i manovali verranno dirottati verso l’esercito o in ruoli ad esso di supporto in modo tale da aumentare le nostre speranze di vittoria. Un’idea molto semplice ed altrettanto efficace che aumenta le variabili in gioco nell’anima gestionale del titolo.

Stilisticamente apprezzabile e dotato di un sonoro sicuramente in linea con l’ambientazione, Northgard adotta uno stile minimalista e quasi cartoonesco che ne limita possibili virtuosismi tecnici. Non sarà quindi certo Northgard a spingere al massimo le vostre configurazioni e, anzi, sarebbe stato lecito aspettarsi qualche impostazione grafica in più. Da segnalare sporadici rallentamenti durante i cambi stagione che freezano il gioco per qualche istante.

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