Need for Speed Payback – Recensione

A seguito delle numerose polemiche avvenute nelle ultime settimane e che hanno travolto EA “accusata” di invogliare il gioco d’azzardo nei suoi ultimi titoli, sia in Need for Speed Payback che in Star Wars Battlefront 2 sono state disabilitate le micro transazioni. Come redazione ci teniamo a sottolineare che anche nelle prime versioni del gioco dove le famigerate micro transazioni erano presenti, queste non andavano ad intaccare quella che era la godibilità iniziale del titolo. Speriamo vivamente che da questa situazione EA sia capace di proporre prodotti più in linea con le aspettative del proprio pubblico pur non rinunciando ai propri interessi, proprio in virtù di questo in tutta libertà ci sentiamo di accordare fiducia nel publisher.

Nell’immaginario dei più  quando si pensa a ruggenti bolidi da strada che si sfidano in adrenaliniche gare illegali vengono in mente perlopiù due nomi, uno di questi è certamente l’ormai decennale serie di Need for Speed, che torna ancora una volta a stuzzicare il giocatore a suon di tuning tamarro e corse a tutto gas. Alla regia ritroviamo i ragazzi di Ghost Games che ritornano sul mercato a due anni di distanza da un reboot riuscito soltanto a metà cercando di aggiustare il tiro con un gioco che promette di essere il più vasto e coinvolgente di tutta la saga. Vediamo insieme cosa sono riusciti a creare!

Il comparto narrativo di Need for Speed Payback risente nelle numerose influenze hollywoodiane che hanno accompagnato molte delle produzioni degli ultimi anni, in particolare è abbastanza facile rivedere quegli elementi che tanto hanno fatto la fortuna della serie Fast and Furious. Ambientato in una fittizia Las Vegas, nel gioco chiamata Fortune Valley, un trio di ladri con la passione per l’alta velocità ha quasi portato a termine un grosso colpo, ma qualcosa sul finale va storto innescando una serie di eventi che porteranno i nostri protagonisti a scontrarsi contro una potente associazione clandestina chiamata La Loggia. L’assortito terzetto è composto da Tyler Morgan, giovane maestro delle quattro ruote ed auto proclamatosi “pilota più bravo della città”, a dare un po’ di femminilità al tutto troviamo la bella e temibile Jess Miller, signora della fuga ad alta velocità che non teme nessuno, neanche la polizia. A chiudere la sequenza c’è poi Sean “Mac” MCAlister, la cui specialità sono le derapate e le corse off road. Come già detto il punto cardine della narrativa di Need for Speed Payback gira attorno alla lotta contro la Loggia e quale modo migliore per scombussolare i piani della malvagia cricca se non a suon di gare vinte? Tenetevi forte perché adesso arriva il br…. Mhh… volevo dire il bello. Si perché se le premesse sono abbastanza convincenti e il resto che risulta abbastanza piatto. Need for Speed Payback purtroppo centra solo parzialmente l’obbiettivo con una narrativa che parte a rotta di collo ma che poi si ferma a metà strada per mancanza di benzina.
Lungo tutta la storia, dalla durata stimata intorno alle 12h, verremo chiamati a sconfiggere le varie gang che popolano le strade di Fortune Valley e per assolvere tale compito il giocatore viene catapultato in un meccanismo che lo porta a scalare un sistema piramidale alla cima del quale lo aspetterà il capo zona di turno. Peccato che poco dopo l’inizio l’interesse scemi a poco a poco per via di un incedere della trama troppo frammentato a causa di uno schema eccessivamente ridondante che porta il giocatore ad affrontare una serie di cinque gare tematiche nelle varie aree di gioco che culminano spesso e volentieri con pochi momenti veramente memorabili.Se da una parte Need for Speed Payback si mostra con una narrativa altalenante, il gameplay di converso risulta assai più oleato e appagante. Tra i punti a favore riscontrati durante la prova troviamo il divertente sistema di guida imbastito dai ragazzi di Ghost Game, i quali propongono un modello puramente arcade, dal feeling immediato e che restituisce tanto divertimento e adrenalina. Accompagnato al buon sistema di guida c’è l’intento degli sviluppatori di offrire un gioco il più variegato possibile, per raggiungere tale obbiettivo saranno messe a disposizione del giocatore ben cinque tipologie diverse di veicoli, ognuno dei quali potrà essere usato esclusivamente nelle specifiche tipologie di corse. Grazie a questo stratagemma Need for Speed Payback riesce ad  offrire una buona selezione di gare differnti, in particolare sono ben riuscite quelle in fuori strada che rappresentano una valida alternativa alle classiche corse stradali, grazie anche ad una minor costrizione del circuito stradale e piccole aggiunte come i salti. Il gameplay comincia ad avere qualche cigolio invece quando si tratta della progressione e del bilanciamento. Per quanto riguarda la progressione questa si basa essenzialmente sulle “Speed Cards”, vere e proprie figurine ottenibili al termine di ogni gara o reperibili nelle varie officine. Queste sono suddivise in varie categorie e aumentano contestualmente i vari parametri delle auto. Purtroppo se ad inizio gioco i potenziamenti sono di facile reperibilità, è nella parte finale dell’avventura che le Speed Cards cominceranno a diminuire costringendo di tanto in tanto il giocatore a corse extra per assicurarsi i potenziamenti utili al prosieguo della campagna. Oltre alla progressione anche il bilanciamento risulta abbastanza deficitario in quanto ogni evento richiederà una potenza minima del nostro bolide per essere competitivi, tuttavia tale affermazione risulta vera solo in alcuni tipi di gare in quanto quelle come derapata possono essere portate a casa anche con un livello di prestazioni della macchina inferiori di converso le corse normali o di accelerazione risulteranno veramente ostiche o del tutto impossibili da vincere laddove la nostra macchina non rientrasse nei parametri richiesti. A contribuire al bilanciamento non perfetto c’è anche un’ IA che soffre di un rubber banding troppo spinto che restituisce una sensazione di non poter realmente distaccare gli avversari.
Need for Speed Payback però non è solo gare ad alta velocità, l’open world offre una serie di attività collaterali che fungono da valido riempitivo tra una corsa e l’altra. Tra le attività presenti è possibile affrontare gare 1v1 contro i “piloti nomadi” oppure recuperare i “catorci” macchine dismesse che una volta rimesse in sesto si trasformeranno in auto dal particolare pregio. Per concludere vi diciamo che anche il comparto multiplayer ci ha divertito, questo offre delle sfide con altri sette giocatori in una serie di cinque gare.Dal punto di vista tecnico Need for Speed Payback si è comportato molto bene soprattutto al netto della resa grafica. Vi ricordiamo che il tutto è mosso dall’ormai famosissimo Frostebite Engine, che offre una qualità visiva molto buona mantenendo un frame rate abbastanza costante. Nel nostro caso il PC usato per la prova montava una CPU [email protected], una GTX 970 e 8GB di RAM, con questa configurazione e il preset Alto siamo riusciti a mantenere per quasi tutto il tempo un frame rate sempre intorno ai 60fps, con cali che si verificavano per lo più durante le gare in fuori strada o durante collisioni particolarmente violente.

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