Lords of the Fallen – Recensione

Lords of the Fallen – Recensione 4
Lords of the Fallen – Recensione 4

Lords of the Fallen è l’ultimo titolo della Deck13 Interactive, responsabile anche della serie Ankh e Jack Keane, un gioco dalle forti influenze della serie Souls. Ambientato in un regno durante una guerra contro i Rhogar, servitori di un Dio di un’altra dimensione, prenderemo il controllo di Harkyn, un prigioniero con poteri magici in grado di fermare l’avanzata del nemico durante l’assedio in un Monastero dove si è rifugiato il Re Antanas. Per farlo, dovrà scovare e uccidere i Lord, entità gigantesche al servizio del Dio, viaggiando tra la dimensione terrena e quella dei Rhogar, facendo fuori nel frattempo chiunque gli si pari davanti.

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Harkyn è un combattente esperto, ma la sua esatta inclinazione a come combatte dipenderà dalla scelta della classe magica del giocatore: ci saranno infatti 3 set di magie tra cui scegliere all’inizio della partita, ognuna con i suoi pro e contro. Anche se ci sono queste magie (quattro per ogni classe), il combattimento è pur sempre il corpo a corpo, e gli incantesimi si usano solo come supporto durante lo scontro. Per combattere potremo equipaggiare il nostro eroe con armature, armi e scudi, che troveremo in giro in luoghi nascosti oppure come drop dai nemici. Equipaggiamento che come da tradizione nei giochi di ruolo avranno le loro caratteristiche di danno, peso, consumo di energia, protezione, e così via, e che in alcuni casi potrà essere migliorato ulteriormente incastonandoci certe rune magiche, ma che solo uno speciale fabbro che incontrerete lungo il vostro percorso saprà farlo.

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Il combattimento è il fulcro centrale del gioco, e per lottare si avrà un discreto numero di mosse, sia leggere che pesanti, e di combo, tutte dipendenti dal tipo di armi che avremo in mano. È anche possibile togliere lo scudo per metterlo sulla schiena ed essere così riparati dai colpi da dietro. Avremo in dotazione anche un Maglio magico, altro non è che un guanto magico in grado di lanciare proiettili di tre tipi diversi. Il suo uso consuma mana e ci vuole tempo per preparare un colpo, ma alla fine saranno poche le volte di cui sentirete la necessità di usare tale arma. Essendo il gioco in terza persona è stato implementato il target lock dei nemici, anche se purtroppo quando si è circondati da nemici sarà più un intralcio che d’aiuto, e in più quando si è con le spalle al muro l’impossibilità di ruotare la telecamera quando si ha un nemico vicino con il lock attivo, fa impazzire la telecamera, rendendo la situazione ancora più caotica di quanto non sia. All’atto pratico, la difficoltà dei combattimenti è altalenante e scarsamente equilibrata. All’inizio del gioco, complice l’assenza di equipaggiamento buono, la difficoltà è abbastanza alta, e ci vuole davvero poco per fare una fine ignobile. Poco prima della metà del gioco, tuttavia, la situazione si ribalta, e i combattimenti diventeranno estremamente semplici, finendo con il poter uccidere i nemici a testa alta con uno o due colpi della vostra arma più forte, rendendo qualunque straccio di tattica non necessaria. Perlomeno, i combattimenti contro i numerosi boss saranno tosti e appaganti, poiché si muore tantissimo, in quanto conoscere i pattern d’attacco dei Lord che avrete a che fare è fondamentale, e prima di impararle bene a menadito si sprecano un sacco di pozioni curative, finendo inevitabilmente col morire. Insomma, si inizia come un grissino in un sacco pieno di sassi e si finisce per diventare un toro in un negozio di cristalli.

Ecco uno dei Lord, contrariamente a quanto si possa pensare questo è uno dei più facili!
Ecco uno dei Lord, contrariamente a quanto si possa pensare questo è uno dei più facili!

 

Lords of the Fallen porta con sé un buon sistema di livellamento, in quanto il numero di XP presi per ogni uccisione aumenta con l’aumentare del numero di nemici uccisi, finché non si muore o si investono gli XP così guadagnati in attributi o incantesimi. Se morirete, tuttavia, ritornerete in vita dall’ultimo checkpoint (sotto forma di cristalli dove potrete salvare e ricaricare le pozioni curative), e il vostro fantasma con gli XP così duramente ottenuti rimarrà per un po’ di tempo nel punto in cui sarete morti, ma al tempo stesso i nemici uccisi ritorneranno in vita (questo permette di grindare XP facilmente), costringendovi a correre a perdifiato verso il vostro luogo di ripartita evitando i combattimenti. Per evitare di perdere XP facilmente, sarà importante conoscere le mappe dei vari livelli, e non sono molto semplici da ricordare (la mappa non c’è), complice un level design ispirato e arzigogolato, che unisce sezioni all’aperto con labirintici tunnel o corridoi. Tutto il gioco si svolgerà in diversi livelli di media grandezza collegati tra di loro, in una struttura open-world, anche se purtroppo il loro numero totale non è molto alto. E qui tocchiamo un tasto dolente, ovvero la longevità del titolo: sebbene saranno rilasciati DLC (presumibilmente a pagamento) che spiegheranno meglio la storia, in quanto non brilla di certo per chiarezza né per originalità, il gioco base dura poco per quello che offre: a meno che non controlliate ogni anfratto in cerca di segreti, ci vorranno circa 15 ore per completare il gioco e facendo gran parte delle – poche – quest secondarie. E sarà persino compito vostro ricordarvi quali siano queste missioni in quanto non esiste un diario per tenerne traccia. Un po’ troppo poco, considerata la natura del titolo e della profondità che sotto sotto possiede, il rischio di finire il gioco ancora prima di aver appreso o scoperto certe meccaniche è concreto.
Persino il finale lascia un pochettino l’amaro in bocca, poiché si tratta solo di una piccola rassegna di ciò che abbiamo fatto e scoperto o tralasciato durante l’avventura, ma almeno possiede due finali distinti a seconda della scelta finale.
Perlomeno, possiede l’opzione del New Game+, ovvero rifare il gioco con lo stesso personaggio con cui avete concluso l’avventura, con aggiunta l’interessante opzione di aggiungere le magie appartenenti a una delle altre classi, ma a una difficoltà un pochino maggiore, ma comunque pur sempre sbilanciata.

Gli ambienti all'interno sanno essere molto claustrofobici e labirintici. Non perdetevi!
Gli ambienti all’interno sanno essere molto claustrofobici e labirintici. Non perdetevi!

 

Dal punto di vista tecnico, Lords of the Fallen ha alti e bassi. Ha dalla sua una buona grafica con una buona resa visiva e l’implementazione di effetti grafici NVIDIA, in particolare Turbolence PhysX. I modelli dei nemici, sebbene non numerosi, sono buoni ma, a parte qualche Lord, purtroppo non sono molto ispirati. Per contro, il gioco non è molto stabile: anche se con l’ultima patch la stabilità è aumentata, sporadici crash possono capitare, riscontrati soprattutto poco prima di una cut-scene della morte di un boss, costringendoci a rifare il gioco dall’ultimo punto di controllo.
E meno male che il gioco incentiva il giocatore a non salvare fornendogli bonus!
Dal punto di vista audio invece se la cava egregiamente, mettendo sul piatto buone musiche e dettagli sonori nella media, ma il doppiaggio in inglese del protagonista (in italiano ci sono solamente i sottotitoli) lascia un pochino a desiderare.

Pro

  • il New Game+ ne aumenta la longevità in maniera interessante;

  • Level design molto buono e ispirato;

  • I combattimenti con i boss sono tosti e appaganti…

Contro

  • …ma quelli con i nemici comuni diventano presto fin troppo facili;

  • Storia abbastanza scialba e personaggi quasi dimenticabili;

  • Si può incappare in sporadici crash e bug minori.

Commento Finale

7.3

Lords of the Fallen complessivamente è un buon gioco, ma purtroppo non brilla particolarmente in nessun ambito. La storia che vuole raccontare è insipida e poco chiara, il sistema di combattimento è buono ma è inficiato da una difficoltà decisamente sbilanciata verso il basso contro i nemici comuni, e la longevità è bassa, e tutto questo è un po’ troppo per il prezzo a cui viene proposto. Comunque, rimane un titolo che può portarvi via qualche ora in maniera spensierata se riuscirete a chiudere un occhio sui suoi difetti. Se si prendessero seri provvedimenti su questi punti negativi, un ipotetico sequel potrebbe diventare a mani basse un titolo imperdibile.

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