God of War – Recensione

Sono passati ormai 5 anni dall’uscita sulla passata generazione di console dell’ultimo God of War. Ascension aveva segnato il canto del cigno per una serie che capitolo dopo capitolo aveva guadagnato l’affetto di una nutrita schiera di sostenitori, grazie ad un gameplay avvincente e ad un immaginario d’impatto. Quando poi durante L’E3 fu riportato in vita il franchise in molti furono perplessi da un cambiamento di stile così radicale e le critiche al nuovo titolo non attesero ad arrivare. Dopo tanta attesa finalmente il giorno del lancio del nuovo God of War è arrivato, scopriamo insieme se il gioco è la rivoluzione che ci si auspicava o se la formula sicura del more of the same ha colpito anche il dio della guerra.

Il ritorno del dio della guerra

Kratos è tornato, il fantasma di Sparta però non è più lo stesso. Abbandonate le terre di Grecia, il focus si sposta nelle nevose terre di Midgard. Nonostante gli echi delle gesta elleniche siano ancora onnipresenti nella sua vita, il volto evidentemente segnato dai traumi passati mettono sotto le luci dei riflettori un Kratos nuovo. Il recente passato del protagonista è quasi totalmente avvolto nel mistero con soli pochi accenni che ci conducono all’inizio della nuova epopea norrena. Un furbo espediente narrativo con il quale i ragazzi di Santa Monica hanno permesso al gioco di essere un titolo a metà tra reboot e sequel. Infatti questo nuovo God of War può benissimo essere un punto di inizio per tutti quei giocatori che si accostano per la prima volta alla saga. Sebbene i riferimenti al passato greco di Kratos siano presenti all’interno della narrazione, l’aver giocato ai titoli precedenti non risulta un requisito fondamentale per la comprensione della storia.
Questa infatti, si concentra sul nuovo ruolo di padre del fantasma di Sparta, che tra incomprensioni e difficoltà di comunicazione dovrà affrontare un lungo viaggio con il suo nuovo figlio Atreus, con il duplice obbiettivo di spargere le ceneri della defunta moglie sulla montagna più alta dei nove regni e con quello di rinsaldare un rapporto problematico padre figlio. Per evitare spiacevoli spoiler questo è il massimo che vi racconteremo sulla trama. Tuttavia è doveroso sottolineare quanto questa sia ottimamente confezionata in tutti i suoi aspetti. Infatti il giocatore per la prima volta nella serie si ritroverà difronte un’esperienza che alterna la narrazione all’azione senza soluzione di continuità, in un unico piano sequenza finemente orchestrato. Il tutto è inoltre impreziosito con interessanti approfondimenti della mitologia norrena inserita mediante dialoghi tra Atreus e Kratos ed elementi di gioco vari.


Il coraggio di cambiare

Tentare di spiegare l’eccelso lavoro di svecchiamento del sistema di combattimento di questo nuovo God of War non è impresa facile. Più che la sola e mera tecnica vi cercheremo di trasmettere al meglio delle nostre possibilità anche le sensazioni che pad alla mano i ragazzi di Santa Monica sono riusciti a trasmetterci. Ma partiamo dalle basi.
Il sistema di combattimento abbandona la classica formula dell’Hack n’ Slash con telecamera ad inquadratura fissa per virare su un modello di action con visuale in terza persona e telecamera libera. Questa decisione fa perdere una parte del tatticismo dovuta alla visione globale del campo di battaglia, virando però verso schemi più freschi ed inediti. Si fa così largo una componente che premia di più il posizionamento sul campo di battaglia e le schivate e\o parate al momento giusto. Infatti l’impossibilità di poter controllare i nemici alle proprie spalle rende essenziale tenere sotto controllo il campo di battaglia in maniera più estesa e dinamica, soluzione che tra le altre cose tende a mantenere una certa frenesia del combattimento anche in presenza di pochi nemici a schermo. Il totale rinnovamento del sistema di combattimento è soprattutto riscontrabile nelle armi a disposizione di Kratos. A fare da padrone al carosello di opzioni offensive è sicuramente la nuova ascia del fantasma di Sparta, il Leviatano. Questa oltre ad essere usata come arma da taglio può essere lanciata per colpire nemici in lontananza o per congelarli grazie all’effetto dell’elemento ghiaccio. Inoltre alla classica opzione di potenziamento si aggiunge la possibilità di incastonare rune magiche al suo interno, le quali permettono di scagliare degli attacchi speciali.
Come alternativa all’ascia Leviatano si aggiunge la possibilità di sferrare pugni o di concatenare azioni offensive e difensive con lo scudo. Tutte le alternative sopra citate potranno essere ulteriormente espanse durante il corso dell’avventura grazie ad un albero delle abilità che aggiunge al duo attacco leggero attacco pesante una serie di abilità offensive extra, espandendo le combo di attacchi concatenabili e le situazioni d’utilizzo. Come era lecito aspettarsi anche i nemici hanno ricevuto diverse modifiche per meglio adattarsi alle nuove esigenze del sistema di combattimento. Si pareranno dunque sulla nostra strada oltre alla classica carne da macello anche nemici capaci di infliggerci danni con status negativi vari o anche nemici che per essere abbattuti richiedono tattiche più elaborate come l’aiuto del giovane Atreus. Questo differentemente a quanto visto in produzioni simili non risulta un peso o invisibile al mondo che lo circonda, ma anzi è sempre ben presente duranti i combattimenti. Il giovane saprà aiutarci durante i combattimenti distraendo o addirittura assaltando i nemici. Inoltre sarà sempre possibile avere a portata di arco una manciata delle sue frecce, utili soprattutto per stordire i nemici o per infliggergli il colpo di grazia.

Fusione di generi

Il nuovo God of War porta in dote anche un’inedita componente ruolistica, la quale permette al giocatore di modificare l’equipaggiamento di Kratos e Atreus al fine di potenziarne le caratteristiche. Le varie componenti che formano il set dell’armatura posseggono un proprio livello di abilità oltre ad un numero variabile di slot nei quali incastonare le rune. Analogamente a quanto detto per l’ascia Leviatano, anche in questo caso le rune forniranno potenziamenti di vario genere che spaziano da un temporaneo recupero della vita ad effetti che potenziano alcuni tipi di attacchi.
Un’altra interessante aggiunta alla formula è sicuramente quella del design della mappa. Questa offre una discreta esplorabilità pur non sfociando mai in un vero e proprio open world. Tale scelta di design a nostro avviso gioca un ruolo fondamentale nella godibilità del titolo in quanto pur dando ampio spazio all’esplorazione in cerca di collezionabili, potenziamenti e quest secondarie, non arriva mai a diluire o a rallentare l’intensità dell’azione e della narrazione.

Non solo Gameplay

Se quanto appena detto non dovesse bastarvi e siete in cerca di ulteriori sorprese, aspettate di leggere la parte puramente tecnica della recensione. Partiamo questa volta dal comparto sonoro. Questo si è dimostrato di elevatissima qualità con una buona campionatura dei suoni sempre ben distinguibili e corposi, soprattutto se si gioca con delle cuffie di un certo livello o un impianto audio equivalente. Anche il doppiaggio in italiano si è rivelato di ottima fattura, con una scelta delle voci che riesce a mantenere la caratterizzazione dei personaggi senza snaturarne l’essenza anche nel nostro idioma. Da sottolineare a tal proposito il tributo riconosciuto ai vari doppiatori da parte degli sviluppatori, che vedono comparire i propri nomi durante le prime scene di gioco anziché nei consueti titoli di coda. Dal punto di vista visivo questo nuovo God of War è sicuramente una delle produzioni più belle graficamente che questa generazione di console ha da offrirci. I modelli dei personaggi sono dettagliatissimi così come le ambientazioni di gioco le quali riescono a mantenere un dettaglio simile grazie ad un semplice quanto banale trucco. Infatti l’orizzonte visibile non è mai troppo grande, ma non preoccupatevi poiché tale scelta non risulterà mai realmente limitante in quanto questo piccolo stratagemma sarà coperto a sua volta da elementi come la foschia. Un po’ meno perfetto è risultato invece il frame rate. Questo sia su Playstation 4 normale che nella sua versione Pro ha qualche perdita di fotogrammi. Tuttavia è importante segnalare che tali abbassamenti di frame rate non sono ne frequenti ne massicci, ma soprattutto non influiscono in maniera drastica sulla godibilità generale del gioco. Vi segnaliamo inoltre che su Playstation 4 Pro è possibile scegliere tra due configurazioni grafiche. La prima predilige la risoluzione ed è consigliata a chi possiede Tv o monitor con una risoluzione in 4K. La seconda invece è consigliata a chi possiede ancora un pannello con risoluzione pari al Full HD in quanto tale impostazione sbloccherà il frame rate favorendo la fluidità. Sfortunatamente tale impostazione suppur aumenti gli fps questi non raggiungono mai la soglia dei 60 fps. Infine vale la pena sottolineare la quasi totale assenza di caricamenti durante il gioco, i quali sono furbamente nascosti durante le scene scriptate.

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