Ecco Doomfist, il 25° eroe di Overwatch

Dopo l’antipasto di ieri, oggi Blizzard annuncia ufficialmente Doomfist, il il 25° eroe di Overwatch.  Doomfist, un picchiatore d’attacco dotato di devastanti abilità in mischia, è disponibile sul PTR.

Recentemente liberato dalla prigionia, Doomfist è determinato a far sprofondare il mondo in un nuovo conflitto che, secondo lui, renderà più forte l’umanità.

BIOGRAFIA

– Nome reale: Akande Ogundimu

– Età: 45 anni

– Professione: Mercenario

– Base operativa: Oyo, Nigeria

– Affiliazione: Talon

Ci evolviamo solo attraverso il conflitto.

Akande Ogundimu nacque in una rispettabile famiglia nigeriana, proprietaria di un’azienda produttrice di tecnologica dedicata alle protesi. Figura estremamente intelligente e carismatica, Ogundimu contribuì all’espansione dell’attività di famiglia, proiettandola verso il futuro e dedicandosi al contempo alla sua grande passione: le arti marziali competitive. Si allenò negli stili di combattimento africani tradizionali, come il Dambe e il Gidigbo, oltre che in altre tecniche di lotta moderna, combinandole con le mosse più efficaci del suo repertorio. Ogundimu vinse tornei in tutto il continente, usando la sua intuizione e la capacità di prevedere l’avversario in sinergia con una velocità e una forza tremende.

Ma quando perse il suo braccio destro, dopo la Crisi degli Omnic, la sua carriera nelle arti marziali sembrava finita sul nascere. Grazie alla sua società specializzata in protesi si riprese dalle ferite, diventando addirittura più forte, ma non idoneo alle competizioni. Cercò quindi di dedicarsi agli affari con lo stesso zelo con cui aveva affrontato i combattimenti, ma niente riusciva a colmare il suo vuoto… finché non gli venne offerta un’opportunità da Akinjide Adeyemi, meglio conosciuto come il secondo Doomfist, il Flagello di Numbani.
Adeyemi offrì a Ogundimu la possibilità di combattere con lui come mercenario. Inizialmente scettico, Ogundimu accettò, scoprendo di avere finalmente a disposizione un’arena dove scatenare le sue abilità potenziate. Adeyemi lo presentò quindi a Talon, l’organizzazione che credeva che l’umanità sarebbe diventata più forte attraverso il conflitto, credenza che trovava campo fertile nelle esperienze personali di Ogundimu. Inoltre, le lotte di potere di Talon rappresentavano una nuova sfida che avrebbe permesso a Doomfist di usare i suoi talenti politici, oltre a quelli di combattente.

Adeyemi era un elemento importante per Talon, ma l’organizzazione riscontrò un potenziale assai maggiore in Ogundimu che, grazie alla sua intelligenza e al suo carisma, era molto più adatto come comandante. Mentre Adeyemi si accontentava dei profitti ottenuti con le razzie a Numbani, Ogundimu aveva una visione d’insieme più grande. Questa differenza di ambizioni portò Ogundimu a uccidere il suo mentore e a vestire i panni di Doomfist, oltre all’omonimo guanto.
In qualità di nuovo Doomfist, Ogundimu scalò i vertici di Talon e contribuì a orchestrare il conflitto che l’organizzazione sperava avrebbe un giorno coinvolto tutto il mondo. Ma prima che questo piano si realizzasse, Ogundimu venne sconfitto e catturato da una squadra d’assalto di Overwatch, composta tra gli altri da Tracer, Winston e Genji. Fu imprigionato in una struttura di massima sicurezza per anni, dove attese pazientemente che gli eventi da lui messi in moto si realizzassero.
Infine, sentì che era giunto il momento di tornare. Evase dalla prigione e tornò in possesso del guanto di Doomfist dopo una battaglia senza storia contro i nuovi robot di difesa di Numbani, gli OR15. Ora ha ottenuto nuovamente il suo posto nei vertici decisionali di Talon, pronto a riaccendere la scintilla di una guerra che consumerà nuovamente il mondo.

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