CD Projekt Red dice la sua riguardo alle loot box

Che le loot box siano un argomento scottante del 2017 è poco ma sicuro. Nonostante siano presenti da anni in innumerevoli titoli, solo ultimamente l’argomento è letteralmente esploso per come erano state implementate in Star Wars: Battlefront 2, tant’è che addirittura politici e senatori si stanno muovendo per capirci di più a proposito, e molte altre software house stanno mettendo le mani avanti rassicurando i giocatori che nei propri titoli non si faranno uso di loot box di vario tipo (come Rare o Capcom).
PCGamer ha avuto occasione di contattare CD Projekt Red per chiedergli un parere a riguardo, e a rispondergli è il co-fondatore Marcin Iwiński.

Secondo IwiÅ„ski, chi compra un gioco a prezzo pieno, dovrebbe aspettarsi svariate ore di gameplay divertente grazie a grandi e rifiniti contenuti. Naturalmente queste “svariate ore” variano molto da titolo a titolo, e nel caso della software house polacca, ci si può aspettare non meno di 50-60 ore per concludere la trama principale, più un paio di centinaia di ore per le missioni secondarie e altre attività se si vuole raggiungere il 100% di completamento. Il trucco starebbe nel dare più di quanto i giocatori si aspettano.
E questo secondo lui è un ottimo biglietto da visita, e non esiste miglior PR di un videogiocatore contento che consiglia il prodotto ai propri amici.

Poi ovviamente ci sono i contenuti aggiuntivi a pagamento, che in CD Projekt chiamano “Espansioni” (non DLC che loro considerano un’altra cosa). Per loro una Espansione è un contenuto aggiuntivo che porta sul piatto del giocatore molte altre ore di gameplay grazie a nuove storie da raccontare. E infine ci sono i DLC, che per loro sono piccoli pezzi aggiuntivi da dare gratuitamente ai giocatori.
Questo nel caso di prodotti a prezzo pieno, nel caso di giochi free-to-play, come GWENT, dove è possibile comprare carte e altri oggetti per vanitosi, ma giocando gratuitamente è comunque possibile creare le proprie carte desiderate, senza bisogno di mettere mano al portafogli, e la scelta spetta solo all’utente.

Pertanto, conclude affermando che tutto dipende dalla trasparenza dello sviluppatore, dal momento che uno sviluppatore mette le mani nei portafogli degli utenti in maniera ingiusta, questi poi si fanno sentire, e ciò è cosa buona e giusta.

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