Nella nostra recensione di Rime, titolo uscito la settimana scorsa, ci eravamo lamentati di come le performance del titolo fossero davvero scarse per un gioco di tale portata e tale grafica. Proprio in questi giorni, la protezione Denuvo di Rime è stata craccata, e il publisher Grey Box aveva promesso che dopo tale evenienza avrebbe tolto il DRM dal proprio titolo con una patch, promessa che è stata mantenuta. E sorpresa delle sorprese, ora il titolo viaggia che è una meraviglia, e possiamo confermarlo. Coincidenze?
Prima di saltare subito alle conclusioni, sappiate che il portavoce di Denuvo, è subito intervenuto negando di fatto che la responsabilità dei cali – che per lui neanche c’erano – fosse proprio il software di protezione.
Di tutt’altra opinione è Baldman, il cracker che ha bypassato la protezione, il quale spiega come mai invece fosse Denuvo a causare tutti questi problemi, mentre con altri titolo come Prey o Sniper Ghost Warrior 3 invece funzionano senza problemi. La spiegazione è che in titoli come questi ultimi, la protezione fa un numero sporadico di chiamate per verificare che il gioco sia originale, sulle 1000 all’avvio del titolo, mentre con Rime ne faceva ben 300.000, più svariate centinaia al secondo, per arrivare alla roboante cifra di 2 milioni di chiamate effettuate dopo 30 minuti di gioco. E tutte quelle chiamate effettivamente rallentavano il titolo.
Chiaramente Baldman è il “cattivo di turno”, e potrebbe stare inventando tutto di sana pianta, ma d’altro canto Denuvo ha una reputazione (già pessima) da mantenere e un’ammissione pubblica di colpa porterebbe a un boicottamento ancora maggiore da parte degli utenti dei titoli che decidono di farne uso. E come abbiamo già detto, dal momento che la patch per rimuoverlo ha migliorato nettamente le performance, non c’è praticamente dubbio che sia Baldman ad avere ragione…