Tales of Zestiria – Recensione

Tales of Zestiria - Recensione 2
Tales of Zestiria - Recensione 2

A 20 anni dalla sua nascita la serie Tales of sbarca per la prima volta sul PC con l’ultima fatica di Hideo Baba chiamata Zestiria.

Le vicende prendono piede in un mondo basato sull’equilibrio precario tra Umani, Serafini e Avernali, flagellato dal caos e dove la malevolenza sta lentamente devastando il mondo degli umani. Secondo una leggenda un redentore sarebbe comparso per risolvere la crisi. Protagonista della storia è Sorey, un umano che fin da bambino è stato allevato dai Serafini lontano dal mondo degli umani, ed è per questo capace di vederli. Suo malgrado dopo l’incontro con la bella Alisha si troverà invischiato in vicende più grandi di lui.

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Un gioco bello da vedere…. ma non troppo

Dal punto di vista puramente tecnico il titolo presenta un frame rate che si attesta mediamente sui 30fps che in alcune occasioni sono abbastanza ballerini con drop che variano dai 2 ai 5fps o superiori in presenza di molti effetti a schermo, soprattutto durante le fasi di combattimento più concitate o durante l’esplorazione di aree particolarmente vaste. Il mondo di gioco si presenta come un simil open world bello da vedere, con ambientazioni quasi sempre di buon livello e abbastanza varie, ma sfortunatamente desertico, infatti tolti i nemici a vista, che una volta eliminati scompaiono, davanti a noi si presentano lande di nulla. Numerose invece le vie secondarie che sono un plus per l’esplorazione. Nel cambio tra una zona e l’altra il caricamento nella quasi totalità delle volte è istantaneo, cosi come anche le battaglie, che vengono caricate nell’area dove avvengono senza creare una apposita arena. Buoni anche i modelli dei personaggi che sono abbastanza dettagliati e presentano un character design variegato anche per quanto riguarda gli NPC, invece gli sfondi e le ambientazioni talvolta presentano delle texture in bassa definizione. Di altro livello invece sono le cut scene animate, che come da canone della serie sono di alta qualità e non hanno nulla da invidiare ad anime ad alto budget. Infine tra i punti che spiccano di più nel comparto tecnico c’è il sonoro, con musiche di altissima qualità e con un doppiaggio in giapponese che si dimostra un plus non da poco e farà felici molti amanti del genere.

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Classico ma rivoluzionario

Se da un punto di vista tecnico il gioco non brilla, è nel gameplay che Zestiria trova la parte migliore di se con alcune semplificazione al genere che fanno da porta di ingresso privilegiata per i neofiti dei JRPG. Il battle system è in tempo reale e si sviluppa con meccaniche basate su tre tipi di “arti”, quelle marziali, quelle serafiche e quelle occulte. Ognuna delle arti può essere utilizzata mediante una combinazione di tasti, che una volta padroneggiati porta ad una soddisfacente combinazione di combo che se sapientemente usata può falciare i nemici comuni con pochi attacchi. Da sottolineare inoltre la presenza di una poderosa abilità chiamata Armatizzazione, che fonde il personaggio umano con il proprio serafino, scelto tra una rosa di 4 (uno per elemento), capace di falciare in pochi colpi interi gruppi di nemici e di ammorbidire anche i boss più tenaci. Proprio questa combinazione umano-serafino è uno dei punti a sfavore del battle system in quanto in battaglia ogni serafino deve necessariamente essere accompagnato da un umano, cosa che limita parecchio il battle system soprattutto nelle parti della storia dove è presente solo Sorey. Altra nota di demerito invece va alla telecamera che durante gli scontri in luoghi chiusi o ristretti tende ad incastrarsi nei muri lasciando il giocatore inerme per qualche secondo.

Sul versante della narrativa Tales of Zestiria ha da offrire una storia avvincente e piacevole, ricca clichè anime/manga, che scorre durante tutte le ore di gioco senza intoppi, grazie anche a delle divertenti scenette di intermezzo, spesso opzionali, che arricchiscono la trama di dettagli e ne aumentano l’accessibilità senza mai spezzare il ritmo di gioco. A corredo di tutto ciò si inseriscono diverse meccaniche di gioco collaterali molto interessanti che ampliano il gameplay, come quelle del dominus della terra che garantisce, nelle aree dove è stato sbloccato, dei bonus ad ogni combattimento o anche la personalizzazione estetica dei personaggi tramite un nutrito numero di oggetti rinvenibili durante il corso della storia. Menzione speciale va invece al sistema di sviluppo dei personaggi che talvolta si rivela eccessivamente articolato per via della presenza di abilità uniche su ogni pezzo di equipaggiamento, che può essere fuso con altri pezzi con lo stesso nome ottenendone di ulteriori con una serie di abilità che sono la somma o la moltiplicazione di quelle precedenti. Insomma non si ha la sensazione di avere il controllo totale dei personaggi che poco si possono scostare dalle abilità di partenza ed in generale si tende a non cambiare equipaggiamento per non intaccare il set di abilità costruito.

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Commento finale

Zestiria ha nel complesso un buon impatto visivo, anche se in alcune sue sfaccettature risalta molto la sua natura non al passo con le attuali produzioni, ricordiamo infatti che il gioco è stato progettato per girare sulle console di passata generazione. Nonostante ciò si rivela un gioco godibile e complesso, ma mai frustrante, grazie anche a piccoli accorgimenti. è indicato quindi anche per chi non ha familiarità con il mondo dei JRPG. Il consiglio personale per i veterani della serie è quello di partire si da subito con il livello di sfida “moderato” se si vuole un grado di sfida adeguato alle proprie abilità.

 

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