Rambo: The Video Game – La recensione

Rambo: The Video Game - La recensione 10
Rambo: The Video Game - La recensione 10

 

“John Rambo è morto signori..”, con questa frase si apre il filmato di apertura del titolo sviluppato dal team Teyon, e che vede protagonista il celebre personaggio della trilogia anni ’80 intepretato da Stallone. Una frase alquanto adatta anche al gioco stesso meta-linguisticamente parlando, in quanto il titolo in questione uccide doppiamente la figura del famoso reduce del vietnam. Ho passato gli ultimi giorni a provare Rambo: The Video Game , e ciò che segue è la recensione venuta fuori.

L'esercito di cloni Statunitensi commossi dalla morte del loro eroe
L’esercito di cloni Statunitensi commossi dalla morte del loro eroe

Rambo 2014-02-24 21-57-40-25Quando per la prima volta sentii parlare dello sviluppo di questo gioco fui colto da sorpresa al pensiero che un’icona del cinema stelle e strisce anni ’80 potesse rivivere nuovamente sugli schermi a quasi 30 anni di distanza. Quando furono rilasciati i primi screenshot dove la natura del gioco in stile shooter su binari veniva svelata, la mia mente corse ai ricordi d’infanzia con titoli come Time Crisis, Point Blank e House of the Dead che tanto mi divertirono in tenera età, ed ero ancora più curioso di provare il titolo in questione. Quando inseri il cd nel mio PC per installare il gioco capii subito che qualcosa non andava …

Al lancio del gioco ci viene chiesto se vogliamo suonare, oppure sboccare ...
Al lancio del gioco ci viene chiesto se vogliamo suonare, oppure sboccare …

 

Quella che vedete sopra è la finestra di installazione/lancio del gioco, e converrete con me nell’affermare che, se il buongiorno si vede dal mattino, questo gioco comincia nel peggiore dei modi, con una localizzazione in lingua italiana completamente disastrosa, perfino il traduttore automatico di Google avrebbe fatto di meglio. “Ok, dai magari dopo migliora” dissi tra me e me, ancora ignaro del ciò che stavo per andare a provare. Rambo: The Video Game ricalca il genere degli shooter su binari, cercando di rinfrescare il genere con qualche QTE ed un sistema di Furia/Bullet-Time, purtroppo fallendo nel tentativo. Le missioni presenti, una quindicina in totale per una durata complessiva che non supera le 5 ore, alternano momenti di spara spara a livelli completamente formati da Quick Time Events.

Non mi emozionavo così tanto dalla prima puntata de "I ragazzi della 3c"
Non mi emozionavo così tanto dalla prima puntata de “I ragazzi della 3c”

Le sezioni shooter purtroppo presentano numerose pecche, che vanno a intaccare in maniera decisiva il gameplay e il divertimento tutto del titolo. In un gioco dove sparare è fondamentale un mirino mal calibrato affossa già di per se gran parte del divertimento in fase di gioco, il mirino dopo ogni ricarica si sposta in automatico in un punto random dello schermo rendendo difficoltoso senza motivo il ritorno in azione del giocatore; le varie armi che si possono utilizzare, anche se difficilmente avrete un valido motivo per switchare dall’arma primaria ad una delle secondarie disponibili, spesso e volentieri coprono parte della visuale, nascondendo nemici e destabilizzando la percezione che si ha della balistica. Anche le hitbox sono sballate, spesso vi ritroverete a sparare a nemici totalmente scoperti, ma per qualche ragione i colpi non raggiungono il nemico nonostante l’impatto del colpo sia in corrispondenza del suo corpo, rendendo frustrante e oltremodo difficile l’esperienza di sparo. Riuscendo a colpire i nemici però si ricarica la barra della furia, che una volta attivata vi garantirà una sorta di vsione termica per facilitare la mira, e per qualche secondo verrà attivato anche uno slow-motion durante il quale una percentuale dei danni inflitti ai nemici verrà recuperata sotto forma di salute dal giocatore. Come in ogni titolo del genere che si rispetti anche qui è presente un sistema di copertura, unico modo per ripararsi dal piombo nemico e per ricaricare le armi; peccato che non sempre ci si possa riparare dietro qualche cassa o albero, aggiungendo una difficoltà data non tanto dalla IA dei nemici quanto dalla mal progettazione del gioco stesso.

Il naso di Rambo non è mai sazio di sangue vietnamita
Il naso di Rambo non è mai sazio di sangue vietnamita

A questo aggiungiamo il fatto che le skin dei nemici sono tutte completamente uguali, e sopratutto che nonostante si parli di guerriglieri vietnamiti, quindi di razza asiatica, i modelli poligonali dei “charlie” non hanno nulla di caratteristico della razza orientale, ma condividono le skin facciali con i commilitoni americani di Rambo. Purtroppo anche le sezioni QTE non brillano per gameplay, dando al giocatore un tempo estremamente lungo per cliccare il tasto corretto, levando la frenesia e la precisione di esecuzione tipica di questo stratagemma gameplayistico. Finito ogni livello si vieni riportati ad una schermata di punteggi, e successivamente potremo aggiungere modalità o specializzazioni per il nostro soldato virtuale. Si potranno assegnare punti ad abilità passive dedicate all’aumento del danno, alla resistenza o alla furia e anche altri piccoli bonus. Se l’idea alla base è buona, purtroppo non rende bene in un gioco così tempestato di errori di gameplay, rendendo piuttosto inutile ed invariata l’esperienza di gioco con o senza le abilità sbloccate.

Ecco un soldato americano mentre scruta ... no no scusate, questo è vietnamita. GIURO!
Ecco un soldato americano mentre scruta … no no scusate, questo è vietnamita. GIURO!

A livello grafico il titolo Teyon continua a deludere, con una realizzazione poligonale dei personaggi presenti in game decisamente scarsa, con delle animazioni da titolo tarocco cinese per playstation 2. Scordatevi effetti particellari, luci dinamiche, e caramelle per gli occhi di qualsivolgia natura; il comparto grafico è scadente tanto da far risultare il gioco vecchio di anni. Spezzo una lancia in favore alle ambientazioni del gioco, forse unico punto in cui il titolo non sia un completo disastro. Nulla di sconvolgente sia chiaro, ma per lo meno la vegetazione della giungla vietnamita è riuscita piuttosto bene, sopratutto all’interno di un gioco dove anche i filmati di intermezzo a bassa definizione scattano nonostante non ci sia calo di frame. Per quanto riguarda il lato audio la sufficienza viene raggiunta a malapena; purtroppo i rumori bellici e le musiche di sottofondo e le parti recitate ( prese di peso dai vari lungometraggi e reinserite in-game ) sono ben al di sotto delle aspettative, e non riescono ad recuperare la carenza di atmosfera che ci si aspettava.

44 Charlie in fila per 6 col resto di 2, sparavano compatti in fila per 6 col resto di 2
44 Charlie in fila per 6 col resto di 2, sparavano compatti in fila per 6 col resto di 2

Purtroppo nonostante la buona volotà, il gioco di Rambo è un completo Epic Fail, incapace di divertire il giocatore, risultando penoso anche comparato a titoli simili presenti sul mercato mobile. Personalmente non consiglio l’acquisto del gioco per nessun motivo, e se per caso qualche amico ve lo regala … è ora di riconsiderare la vostra “amicizia”.

Commento Finale

3,5

Rambo ritorna nella giungla videoludica…sperando che ci rimanga per sempre.

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2 commenti su “Rambo: The Video Game – La recensione”

  1. caspita avevo qualche aspettativa da questo titolo, invece è stato demolito più o meno ovunque…quando lo troverò a 99 centesimi su Steam lo prenderò per farmi 2 risate 😀

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