Insurgency – Recensione

Insurgency - Recensione 32
Insurgency - Recensione 32

 

Insurgency vide la luce per la prima volta nel 2007, uscendo come mod per Half Life 2 e guadagnando subito la stima della comunity grazie alle sue peculiarità e l’ottima cura posta dai ragazzi di New Worlds Interactive, molti dei quali responsabili di Red Orchestra, nel ricreare un certo tipo di esperienza. A distanza di più di 6 anni da quella prima uscita ecco che il team New Worlds Interactive riesce a portare la nuova versione, stand-alone, del loro shooter tattico.

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Per chi in tutti questi anni non ha mai sentito parlare del gioco in questione, diciamo subito che Insurgency è un FPS di stampo tattico, votato più alla riflessione strategica e alla cooperazione con i compagni di squadra che alla freneticità d’azione presente in molte produzioni simile contemporanee. Il titolo dei ragazzi NWI fa del realismo e della cooperazione il suo maggior punto di differenziazione nell’affollatissimo panorama degli FPS moderni, e il risultato è senz’altro ottimo, in quanto riesce in maniera semplice ma efficace ad offrire un prodotto completamente differente dal resto presente sul mercato, nonostante sia un titolo che ha alla base le classiche meccaniche del genere FPS. I ragazzi del NWT hanno deciso di proseguire il lavoro iniziato anni fa utilizzando il Source Engine. A distanza di tanti anni dal suo debutto è sorprendente come il motore grafico della Valve riesca ancora a permettere una grafica dignitosa con una grande scelta di scalabilità per adattare i giochi a tutti i tipi di configurazioni hardware.

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Il gioco prende spunto dalle guerra moderna nei paesi arabi, e vede scontrarsi 2 team su una dozzina di mappe. Da una parte abbiamo il team Security, che altro non sarebbero che forze militari tipiche dei contingenti occidentali (si ok, sono palesemente militari americani, ma nel gioco non c’è nessun riferimento a cose reali per evitare discussioni e polemiche inutili); e dall’altra parte troviamo il team Insurgents, ribelli guerriglieri spesso con abiti civili, proprio come spesso accade di vedere in alcuni reportage di guerra. Ogni team è composto da 1 grossa squadra da 8 slot e da altre squadre da 4 slot di numero variabile, per facilitare il teamplay ed invogliare i giocatori di a coordinarsi con il resto della proprio team.

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Ogni squadra avrà al proprio interno un numero specifico di “classi”, che hanno a loro disposizione un armamentario ben specifico. Anche in questo caso le classi selezionabili non sono le solito 4-5 presenti in gran parte degli FPS di oggigiorno. Qua le “classe” è più una categoria o una specializzazione del soldato scelto nel poter usare o meno un certo tipo di equipaggiamento, avremo quindi assaltatori che possono utilizzare diversi fucili d’assalto ma armature leggere, soldati con meno scelta sui fucili impugnabili ma l’opzione di poter coprire con armature pesanti, la possibilità o meno di portare in campo granate o bombe flash o fumogene e così via. C’è da sottolineare il fatto che, comunque sia nonostante si scelga una classe, è poi possibile modificarne il load-out come meglio si crede. Vengono dati 10 punti spendibili in diverse tipologie di armi, dai fucili di precisione ai mitragliatori leggeri moderni e non, passando per lanciarazzi e mitragliatrici da supporto; customizzazioni dell’arma come ottiche, impugnatori e diversi tipi di proiettili, protezioni per il corpo e giubetti porta bombe/munizioni; in modo tale da poter lasciar al giocatore la massima libertà su ciò che vuole avere sul campo di battaglia, ovviamente costringendolo a qualche rinuncia. Questa personalizzazione diventa estremamente importante una volta preso confidenza con alcune meccaniche del gioco, e ci permetterà di poter selezionare il giusto equipaggiamento a seconda se staremo attaccando o difendendo e su tipo di territorio andremo a combattere.

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Gli scontri avranno luogo in ambientazioni tipiche del medio oriente moderno, dalla Somalia all’Iraq all’Afghanistan, e contano per lo più paesaggi urbani. Al momento del rilascio sono presenti 12 mappe differenziate in maniera eccelsa tra di loro nonostante abbiamo un’urbanizzazione arabeggiante come comun denominatore. Precisiamo che nonostante la dozzina di mappe annunciate da NWI in fase di recensione ne sono state ritrovate solo 9, tutte comunque eccelse. In effetti tocca fare i complimenti ai level-designer di New Worlds Interactive per il lavoro svolto nella realizzazione delle varie mappe di gioco. Ogni singola mappa riesce a catapultare il giocatore in un atmosfera di guerriglia urbana, con palazzi fatiscenti dove nascondersi e presidiare i vari checkpoint, veicoli distrutti agli angoli delle strade, ma quello che più mi ha colpito, è la cura maniacale nel riuscire a creare mappe così caotiche e ricche di scorci idonee ad agguati, da riuscire a non far mai abbassare la soglia dell’attenzione al giocatore. Abbiamo mappe ambientate in centri cittadini con una ricostruzione di strade e vicoletti di una tipica madinah araba con negozi e piazze distrutte dalla guerra dove le macerie offrono riparo dal piombo nemico, scorci montani degli altopiani afghani dove mimetizzarsi con l’ambiente circostante diventa questione vitale, palazzi del governo presidiati dalle sacche di resistenza dove l’opulenza della struttura stessa va a cozzare contro il degrado di ciò che avviene al suo interno. Ogni mappa è unica e piena di dettagli, ma sopratutto capace di offrire un’immensa varietà tattica alle battaglie, grazie alla complessità architettonica sapientemente forgiata per ogni singola mappa.

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Per quanto riguarda il lato audio il gioco ha i suoi alti e bassi. I rumori ambientali sono ben ricreati e scelti accuratamente e distintamente per ogni mappa, ed aiutano a ricreare l’atmosfera realistica che permea tutto il gioco; pattugliare una strada polverosa e desolata con un muezzin che intona salmi in sottofondo è un esperienza che riporta alla mente scene hollywoodiane e che sicuramente aumenta il fomento nel cuore di ogni gamer. La parte dolente sono invece i rumori emessi dall’esplosione dei colpi delle armi, un po’ troppo uguali tra di loro e poco realistici se paragonati a quelli presenti in altri giochi, ma rimane un fattore che può passare tranquillamente in secondo piano data la cura riposta nel resto del gioco, e che gli sviluppatori potranno correggere in un secondo momento.

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In Insurgency gran parte delle mappe richiederà la conquista e difesa di aree chiave del livello per potersi assicurare la vittoria. Le modalità presenti in multiplayer si dividono in 2 gruppi: Tactical Operations e Sustained Combats, che contentgono un totale di 6 sotto-modalità che sono:

Search & Destroy – Un team per volta dovrà difendere i due punti strategici prescelti dagli attachi nemici

Fire Fight – La vittoria si ottiene conquistando tutti i checkpoint o eliminando per intero il team avversario

VIP – L’obbiettivo è di scortare un compagno, armato solo di pistola silenziata, fino al punto di estrazione. Se il VIP muore è game over

Push – Gli attaccanti devono guadagnare terreno conquistando punti chiave, sottraendoli al team in difesa

Skirmish – Un mix fra S&D e Fire Fight

Strike – Variante di S&D

Durante il periodo di prova ho notato che però le modalità  più giocate erano la Search & Destroy e la Firefight, entrambe modalità che fanno della conquista e difesa di un certo numero di checkpoint i loro punti chiave. É facile capire che l’utenza molto hardcore di questo gioco predilige mappe del genere, che richiedono una cooperazione e tattica non indifferente. Oltre alle 6 modalità multiplayer ne troviamo anche 2 cooperative che sono Checkpoint e Outpost; la prima non è altro che una riproposizione della classica capture the point ma con la squadra nemica composta da bot, mentre la seconda modalità vede il giocatore dover difendere una data postazione strategica da ondate di nemici controllati dalla IA. Inoltre è stato aggiunto un tutorial che spiegherà ai neofiti del gioco i comandi base del gioco, che non si discostano da quelli degli altri FPS in circolazione, e permetterà di dare un primo sguardo alle armi ed al sistema balistico.

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Il gioco presenta inoltre una modalità a parte chiamata Tactical Match, che permette di affrontare altri giocatori grazie ad un sistema di matchmaking e poter scalare classifiche e rank a seconda dei punti ottenuti vincendo, così come avviene in molti altri titoli simili. In effetti il gioco ben si presta a partite altamente competitive, e navigando qua e la tra i vari forum si nota un vivo interessamento verso il gioco e la suo propensione al pro-gaming, con diversi gruppi Europei e non già intenti ad organizzare futuri eventi e clan-wars.

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Il titolo in questione é il baluardo eccellente degli FPS hardcore. Non c’è nulla che aiuti il novizio a familiarizzare con gameplay, nulla. A schermo l’HUD è praticamente inesistente fatta eccezione per gli indicatori degli avamposti da catturare e informazioni sui ripeinforcment; questo da una parte può disorientare i giocatori alle prime armi col titolo o con il genere, ma sicuramente permette di avere una visuale di campo più ampia e sgombra, inoltre non ci sarà nessun segnale audio o video e comunicarci kill fatta, costringendo il giocatore ad abituare a riconoscere a colpo d’occhio le animazione del gioco. Pochi colpi sono più che sufficienti ad uccidere nonostante il giubotto anti-proiettile, che può essere un valido alleato ma sicuramente non vi salverà la vita miracolosamente. Anche il rinculo delle armi e i movimenti sono stati settati per ricreare un effetto piuttosto simulativo, che richiede un minimo di esperienza per prenderci l’abitudine.

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In conclusione Insurgency è un ottimo FPS tattico, che riesce a differenziarsi dai molteplici cloni di CoD e affini optando per un gameplay completamente diverso dal solito run and gun, e rivolgendosi certamente ad un pubblico molto hardcore. Le prime partite che disputerete saranno frustranti ma forgeranno sicuramente il vostro carattere e vi faranno piano piano avvicinare all’idea di gioco offerta da Insurgency, portandovi a elaborare tattiche con i vostri compagni e a controllare minuziosamente ogni angolo di visuale in cerca di possibili nemici. Sicuramente consigliato agli amanti del genere o a chi, stanco dei soliti FPS, vuole provare un titolo che offre una vera alternativa al genere.

Commento Finale

8

Se amate gli FPS hardcore o le simulazioni belliche, Insurgency è decisamente un valido acquisto.

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