In Verbis Virtus – Intervista

In Verbis Virtus - Intervista  2
In Verbis Virtus - Intervista  2

Chi si cela dietro al nome Indomitus Games? Come vi siete conosciuti e come avete iniziato a muovere i primi passi nel mondo della programmazione videoludica?

—Il team principale è composto di cinque persone: due programmatori, due grafici e un musicista. Viste le dimensioni del team molti ruoli sono svolti un po’ da tutti come ad esempio la gestione della community e il game design. I due programmatori si sono conosciuti al corso di Videogames Design and Programming del Politecnico di Milano, il resto del gruppo è stato reclutato online. Proprio il corso è stata l’occasione di iniziare a muoverci nel mondo dei videogiochi e in particolare a sviluppare In Verbis Virtus.

In Verbis Virtus ci ha  lasciato positivamente colpiti per 2 motivi: la cura al dettaglio nell’estetica, e la precisione nel riconoscere i comandi vocali delle varie magie.

Come vi è venuto in mente di utilizzare un riconoscitore vocale all’interno di un gioco?

—Il motivo di questa scelta è stato quello di creare un’esperienza innovativa e che permettesse una maggiore immedesimazione oltre a quello di dare una caratteristica distintiva al gioco.

Come avete vi siete trovati ad utilizzare una tecnologia come il riconoscitore vocale applicato ad un lingua da voi creata? E come siete arrivati a disporre di questa tecnologia?

—All’inizio il sistema di riconoscimento era basato principalmente sulla lingua inglese per cui esistono modelli fonetici piuttosto rodati. L’uso di una lingua fantastica inventata da noi ha ragioni tecniche ma anche di stile. Avendo inventato noi le parole abbiamo cercato di crearle in modo da rendere il riconoscimento più facile possibile, indipendentemente dalla lingua del giocatore. Inoltre una lingua fantasy crea secondo noi più atmosfera, permette di immergersi di più nell’ambientazione. Il nostro software di riconoscimento vocale è stato costruito sulla base della libreria open source Sphinx.

Avete basato il gameplay su questo lato tecnico o è stato aggiunto in un secondo momento?

—In Verbis Virtus è nato come gioco basato sul comando vocale, semmai si è pensato poi di renderlo facoltativo ma abbiamo preferito non farlo.

Il lavoro che avete fatto con l’Unreal Engine è meritevole di lode. Come la scelta è ricaduta su questo motore grafico?

—Ai tempi in cui uscì UDK ci affascinava l’idea di poter avere a disposizione gratuitamente lo stesso engine usato per molti titoli AAA con grafica spettacolare.

In Verbis Virtus (3)

Avete avuto altre esperienze con l’UE ?

—No, in sostanza ci siamo fatti tutta l’esperienza che abbiamo con questo progetto.

Ci sono libri, film o altri giochi che vi hanno aiutato nel trarre ispirazione per In Verbis Virtus?

—L’ambientazione trae ispirazione dal genere fantasy nel suo complesso, il gameplay basato su puzzle ma con grafica in prima persona prende alcuni elementi ad esempio da giochi come Portal. Per quanto riguarda l’estetica, in particolare dei mostri, basti sapere che i nostri grafici sono grandi fan di H. R. Giger.

Siete arrivati su Steam grazie a Greenlight e poi all’early access. Come è stata la vostra esperienza con Steam?

—Greenlight è stata la fase più lunga e complicata, ci sono voluti diversi mesi per ottenere i voti necessari per l’approvazione. Una volta ottenuto questo obiettivo pubblicare il gioco in versione Early Access non ha richiesto particolare sforzo, semplicemente quando abbiamo ritenuto che il gioco fosse pronto lo abbiamo caricato e pubblicato.

Avete creato il Maha’Ki, una lingua completamente inventata da voi per questo gioco. Siete dei geni! Vi andrebbe di parlarci del percorso che avete fatto per arrivare all’attuale stato di questa lingua?

—In realtà il processo non è stato così complicato. La prima fase è stata creare l’alfabeto, per farlo abbiamo in sostanza escluso le lettere i cui suoni sono pronunciati in modo diverso non solo da paese a paese ma anche da persona a persona come ad esempio la lettera R. Dopo di che le parole sono in buona parte arbitrarie, in qualche caso frutto di brainstorming in cui semplicemente tiravamo parole a caso finché non ne veniva fuori una con un bel suono. Le formule poi hanno richiesto un po’ testing per essere sicuri che effettivamente il riconoscitore funzionasse al meglio.

In Verbis Virtus (4)

Avete mai pensato di associare al gioco un file PDF in cui si trovano tutte le pagine del libro del protagonista presente in game? Della serie che i vostri fan più accaniti lo possano stampare e tenerlo vicino al comodino. 

—Tempo fa avevamo considerato la possibilità di diversi gadget ma al momento siamo concentrati sullo sviluppo vero e proprio.

Quanto durerà il gioco una volta uscito dall’Early Access ?

—Non è facile dare una stima della durata, in teoria con i contenuti attuali dovrebbe essere sulle 3 ore ma ci sono persone che ci impiegano meno, altre molto di più. Il gioco completo dovrebbe durare circa 4-5 ore.

Pensate di continuare con la vostra carriera da sviluppatori Indie una volta completato il progetto di In Verbis Virtus?

—Indomitus Games non è solo un gruppo di appassionati ma una vera e propria realtà imprenditoriale. Quindi abbiamo certamente intenzione non solo di continuare ma anche di cresere.

Quali sono i vostri generi preferiti di videogames? Qualche titolo in particolare?

—Essendo in cinque abbiamo gusti anche molto differenti, forse l’unico genere che non salta mai fuori nelle nostre chiacchierate è il genere RTS, per il resto non ci precludiamo quasi nulla. Dovremmo nominare almeno una ventina di titoli e non mi pare il caso…

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Cosa ne pensate della situazione attuale del PC gaming ?

—Ci sono tante cose negative come ad esempio i prezzi molto alti, le serie che escono con un nuovo titolo annualmente o anche semestralmente, giochi chi di innovativo hanno forse la grafica, porting mediocri da console e chi più ne ha più ne metta. D’altro canto continuano ad uscire anche grandi giochi, in parte anche grazie agli sviluppatori indie che oggi hanno disposizioni strumenti e possibilità che solo qualche anno fa non erano immaginabili.

Vi piacerebbe poter offrire lavoro a giovani italiani volenterosi di seguire le vostre orme? Se aveste fondi a disposizione quali sono le prime 3 figure che ricerchereste per un’eventuale assunzione ?

—Assolutamente si, speriamo con il tempo di avere maggiori risorse e di poter espandere il nostro team. Probabilmente una delle prime aggiunte al team dovrebbe essere una persona strettamente dedicata alla gestione della community e al marketing. Poi sicuramente un grafico in più farebbe comodo, magari animatore. Infine direi che servirebbe una figura di writer\game designer.

Beh la nostra intervista si conclude qui. Grazie ancora ragazzi per la vostra disponibilità e pazienza. Avete qualche ultima parola da lasciare al popolo di internet?

—Non abbiate paura di sembrare matti pronunciando formule davanti al pc, i pazzi sono quelli che non credono nella magia!

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