StarCraft II: Legacy of the Void – Recensione

Starcraft II Legacy of the Void - Recensione 2
Starcraft II Legacy of the Void - Recensione 2

L’epilogo di una grande storia, così si presenta ai nostri occhi Starcraft II Legacy of the Void, una storia quella della serie iniziata nel lontano 1998 con l’uscita del primo titolo all’epoca chiamato semplicemente Starcraft in cui vengono gettate le basi per uno dei più solidi franchise di Blizzard e vengono introdotti quelli che sono i protagonisti delle vicende che vivranno chi più chi meno le trame di tutti i capitoli successivi della serie. Ora con l’uscita dell’ultimo capitolo dedicato alla razza forse più intrigante dell’universo di Starcraft i Protoss, Blizzard chiude il cerchio riportando in scena nuovi eroi e vecchie conoscenze e riuscendo a donare ai fan un finale degno del grande successo che con quest’ultima trilogia il brand gli ha donato.

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Vi presentiamo il Gerarca Artanis leader dei Protoss

L’ora dei Primogeniti.

Prima di addentrarci specificatamente nelle meccaniche del gioco è giusto parlare un po’ della trama che è il vero pilastro portante di tutta la nuova trilogia, concepito a differenza del titolo originale che raggruppava 3 campagne 1 per razza nello stesso gioco, Starcraft 2 si dipana lungo ben tre diversi titoli ognuno dei quali offre una campagna vissuta secondo il punto di vista di una delle razze del gioco, con propri eroi e obiettivi. Nonostante il lungo arco di tempo che lo separa dall’illustre predecessore ben 12 anni le vicende della serie riprendono esattamente la dove si era interrotta la storia e sin dal primo capitolo Wings of Liberty ci troviamo a rivestire i panni di una vecchia conoscenza. Mossa questa di Blizzard molto apprezzata dalla grande schiera di fan del brand che si trovano subito a proprio agio in un mondo a loro conosciuto e che tuttavia non scoraggia assolutamente i giocatori novizi che hanno modo di conoscere la storia in parte dalle parole stesse dei protagonisti, che non lesinano aneddoti e rimandi e in parte consultando i documenti riassuntivi nei menù. Così dopo aver vissuto l’esperienza ribelle dello sceriffo Jim Reynor che con il suo gruppo i “Randagi di Raynor” lotta per abbattere il Dominio Terran retto dal dispotico imperatore Arcturus Mengks e aver guidato lo sciame nei panni di Sarah Kerrigan la “Regina delle Lame” in cerca di vendetta contro chi l’ha ridotta così e le ha strappato tutto, arriviamo finalmente alle vicende di Legacy of the Void protagonista della storia è il giovane gerarca Artanis, leader dei Khalai una delle anime del popolo Protoss, che riunite tutte le forze rimaste tenta di riconquistare il perduto mondo natale dei Protoss, Aiur invaso dagli Zerg ma che a seguito delle gravi scoperte del Templare oscuro Zeratul esponente di un’altra fazione Protoss i Nerazim, si trova a fronteggiare un nemico al di là di ogni immaginazione. Per prevalere Artanis sarà costretto ad abbandonare i suoi intenti, riunire tutte le fazione e superare le divergenze che separano i Protoss per condurli alla vittoria contro il nemico, Amon l’oscuro Xel’Naga caduto che trama per eliminare ogni essere vivente.

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En Taro Aiur !

Veniamo ora al sodo, la nostra avventura in Legacy of the Void si apre con il ritorno in forze dell’Armata d’Oro la grande flotta dei Khalai su Aiur il pianeta natale, queste missioni che fanno da avvicinamento al gioco vero e proprio servono ai giocatori per prendere confidenza con le unità Protoss e sono il catalizzatore delle vicende successive della campagna. In linea con i titoli precedenti anche i Protoss hanno la propria grande nave, dall’estetica accattivante come tutte le unità e strutture Protoss la Lancia di Adun sarà la nostra base mobile all’interno del Settore Koprulu, un’antica astronave ad arca costruita in tempi remoti per assicurare la sopravvivenza della razza Protoss nelle ore più buie. La Lancia di Adun si divide tra il Ponte dove potremo spostare la nave e accedere alle missioni, il Consiglio di Guerra dove potremo personalizzare le unità che compongono la nostra armata tra quelle delle varie fazioni (Khalai, Nerazim, Purificatori e Tal’Darim) che man mano si uniranno ad Artanis nel corso della campagna e infine il Nucleo Solare dove potremo potenziare grazie alla Solarite le funzioni della nave decidendo quali sistemi sfruttare, che meglio si adattano alle nostre strategie, la risorsa strategica si acquisisce in modo similare ai precedenti capitoli, completando missioni e obiettivi bonus. Inoltre all’interno della nave potremo parlare con i consiglieri che ci riveleranno preziose informazioni sulla storia di gioco o semplici aneddoti sulle proprie opinioni ed esperienze.

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L’albero delle abilità della Lancia di Adun ci permette di scegliere quelle che più si adattano al nostro stile di gioco.

La campagna in se è molto ben strutturata offrendo tra prologo, corpo principale ed epilogo 25 missioni molto diverse tra loro, raramente penserete di aver già fatto quello o questo perchè ogni missione è unica e offre al giocatore una sfida diversa dalle altre non solo per l’obiettivo ma anche per il l’approccio tattico con cui si può arrivare a quest’obiettivo. Ogni missione come i precedenti titoli offre delle imprese che forniscono ricompense off game non necessarie al completamento della missione stessa che possono essere completate per dimostrare la propria abilità, L’IA gia ad una difficoltà normale fà ottima prova di se riuscendo a offrire una sfida piacevole frutto probabilmente dell’ottimo lavoro di ottimizzazione e calibrazione continuo che ha portato avanti Blizzard nel corso dell’uscita dell’intera trilogia, inoltre diventa una vera e propria sfida per coloro che vogliono tentare la difficoltà massima adottando strategie molto raffinate e sfruttando ogni punto debole o sbaglio commesso dal giocatore senza sconti. Il gioco non presenta glitch o bug di sorta e mantiene un ottimo frame con un settaggio alto anche su sistemi non di ultima generazione. L’interfaccia grafica non ha ricevuto sostanziali cambiamenti rispetto ai due titoli precedenti iniziando forse a sentire un po’ il peso del tempo, tuttavia il colpo d’occhio sia per le ambientazioni che per le unità rimane notevole con una texture diventata ormai caratteristica e che non ha certamente la pretesa di andare oltre quello dà. Altro punto forte del titolo è l’ottimo comparto audio e il doppiaggio molto sopra gli standard del genere per le scene di intramezzo tra le varie missioni, scene che fungono da ponte per la trama, mai troppo invasive ma danno l’idea di un’avventura in completo divenire, totalmente nelle mani del giocatore che è spinto a vivere l’intera storia attraverso gli occhi di Artanis favorendo quindi l’immersione nelle vicende di gioco.

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L’eredità del Vuoto.

Per ultimo è giusto parlare della vera eredità lasciata da questo titolo che va ben oltre la conclusione dell’epopea di Reynor, Kerrigan e Artanis, e di tutti i comprimari che abbiamo imparato a conoscere nelle vicende, il secondo pilastro su cui si basta il grande risultato ottenuto da Starcraft II ovvero il suo maestoso, immenso e riuscitissimo comparto multiplayer. Sin dall’uscita di Wing’s of Liberty Blizzard ha saputo regalare ai propri fan qualcosa di mai visto nel panorama degli strategici, un multiplayer profondo, immersivo capace di intrattenere per centinaia di ore i giocatori in sfide tra le diverse modalità e grazie anche al sapiente lavoro che ha portato avanti in parallelo allo sviluppo del titolo in singole player, Blizzard ha continuato a innovare, bilanciare e rendere ancora più competitiva la piattaforma e ora arrivati alla fine della corsa per la storia di Starcraft promette di continuare a supportare questo successo con contenuti aggiuntivi e aggiornamenti. Le nuove modalità introdotte in Legacy of the Void ovvero le missioni cooperative e sopratutto la nuovissima e innovativa modalità arconte che mette due giocatori alla giuda di un unico esercito in competizione con altri giocatori, funzionano a aggiungono altra carne ad un fuoco che promette di durare ancora per molto tempo con grande soddisfazione per tutti gli amanti del genere.

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