Alien: Isolation – Recensione

Alien: Isolation - Recensione 1
Alien: Isolation - Recensione 1

Ve lo ricordate Alien, il film capolavoro horror-fantascientifico girato da Ridley Scott e uscito nel 1979? Perché è di questo che parliamo in questa reincarnazione videoludica. Scordatevi i marine coloniali, scordatevi i predator, perché in questo gioco l’unico vero protagonista è l’Alieno. Ambientato 15 anni dopo le vicende del film, quindi molto prima degli eventi di Aliens (il film di James Cameron), Alien: Pre-Seq… Alien: Isolation vede il giocatore vestire, in prima persona, i panni di Amanda Ripley, figlia di Ellen Ripley, che viene contattata dalla Compagnia perché, a quanto pare, la scatola nera del vascello scomparso Nostromo è stata ritrovata e portata in una stazione spaziale, la Sevastopol della Seegson, in attesa di essere recuperata dal legittimo proprietario, la Weylan-Yutani.

Gli ambienti sono quasi tutti così: stretti e scarsamente illuminati!
Gli ambienti sono quasi tutti così: stretti e scarsamente illuminati!

 

Amanda viene invitata a prendere parte a questo piccolo e innocuo viaggio da fattorini, ma arrivati a bordo della Sevastopol, si renderà conto che le cose non vanno come dovrebbero: la stazione cade a pezzi, ci sono sangue e cadaveri dappertutto, e ben presto ci si troverà faccia a faccia col responsabile: un unico Alieno, con l’unico scopo di uccidere ogni forma di vita presente sulla stazione. Amanda si ritroverà quindi a lottare per la propria sopravvivenza per riuscire a fuggire da questa stazione decadente, facendo di volta in volta le missioni che le verranno proposte, e, perché no, cercando di eliminare l’Alieno. Ma al contrario della propria madre, la nostra eroina dovrà vedersela anche con persone spaventate, che vedono una minaccia in chiunque si avvicini, e con androidi, con qualche serio problema di programmazione, in quanto hanno iniziato a non seguire più le leggi fondamentali della robotica, picchiando a morte chiunque gli capiti a tiro.

Nascondersi bene è fondamentale, ma vedere queste scene un colpo al cuore arriva semper!
Nascondersi bene è fondamentale, ma vedere queste scene fa sempre venire un colpo al cuore!

 

Per affrontare questi pericoli, Amanda avrà a disposizione un discreto arsenale, costituito da cinque armi classiche degli FPS, tra cui un utilissimo lanciafiamme, più dispositivi improvvisati, costruiti cercando i vari componenti in giro e assemblati seguendo gli schemi che vengono di volta in volta trovati. Questi spaziano dai tubi-bomba alle molotov, passando anche per cose più strane come casse acustiche.
Sebbene i combattimenti con androidi e con umani non siano così emozionanti, anche se assolutamente sconsigliati (meglio passare inosservati), complice una IA non particolarmente brillante, il piatto forte del gioco risiede proprio nell’Alieno: questa creatura è immune a tutti le armi, non le potrete fare del male in alcun modo, e come se non bastasse può correre molto veloce e vi può eliminare con un colpo, effettuando fatality da parte sua più o meno spettacolare.
Come evitare di diventare la sua vittima? Nascondendosi dalla sua vista, usando magari armadietti e affini, evitando di fare rumore muovendosi accucciati, e sfruttando il vostro armamentario in maniera indiretta: ecco che le vostre bombe diventeranno utilissime per attirare l’attenzione dell’Alieno lontano da voi, dandovi qualche secondo di margine per muovervi indisturbati. Perché in questo gioco, fare anche solo due metri nel momento sbagliato equivale a morire. Dovrete anche sfruttare l’ambiente stesso: attivare allarmi, nascondersi nei condotti o spegnere i filtri dell’aria per sporcarla e rendervi difficile da individuare sono solo alcuni esempi.

Praticamente il simbolo del gioco, l'Alieno che striscia nei condotti.
Praticamente il simbolo del gioco, l’Alieno che striscia nei condotti.

 

L’Alieno sarà una presenza costante per quasi tutte le 20 ore di gioco, vi fiuta, vi avverte, ma non sa dove siete esattamente e fare un rumore equivale a farsi scoprire. Capire dove si trovi l’Alieno per decidere il prossimo passo non è compito facile, ma è fondamentale, e a questo proposito si può sentire tutta la magnificenza del comparto audio del gioco: oltre a riciclare rumori e musiche della pellicola originale (se siete appassionati del film avrete i brividi dall’emozione), l’Alieno, qualunque cosa faccia, la fa rumorosamente, anche quando sta camminando normalmente o sta strisciando nei condotti dell’aria. Anche sfruttare gli indizi visivi è importante: spesso, in prossimità di bocchettoni, lascia sempre cadere rivoli di bava (o quel che è). A rendere le cose un filino più semplici ci pensa il sensore di movimento, che stranamente non consuma batterie, al contrario della torcia. Ma l’IA che gestisce l’Alien è qualcosa di magistrale: reagisce a qualsiasi stimolo visivo e uditivo, segue pattern casuali, ma soprattutto impara a non avere paura delle vostre armi quando le usate troppo spesso contro di lui per spaventarlo. Inoltre, saranno pochissime le volte in cui la sua apparizione sarà frutto di un mero script (alquanto prevedibili). C’è da dire che globalmente il titolo non spaventa molto, ma in compenso mette addosso una buona dose di ansia, e tirerete spesso e volentieri un sospiro di sollievo quando l’Alieno se ne andrà dalla stanza in cui siete nascosti senza che vi abbia visto. Vagare nei corridoi di Sevastopol sarà quindi pericoloso, ed essa è pure una stazione spaziale immensa. Per muoversi agevolmente all’interno di essa bisognerà utilizzare le stazioni di navette, che fungono da veri e propri hub per tutti i vari livelli di gioco, e che diverranno accessibili mano a mano che si proseguirà con la storia. Questo perché il gioco prevede un po’ di backtracking, in quanto alcune zone diverranno accessibili solo dopo aver trovato determinati attrezzi, come la fiamma ossidrica o l’apparecchio per hackerare strumenti e porte. O magari anche solo per recuperare eventuali collezionabili dimenticati.

Fuori dai finestroni si possono ammirare notevoli paesaggi spaziali
Fuori dai finestroni si possono ammirare notevoli paesaggi spaziali.

 

Alien: Isolation si difende davvero bene sul fronte grafico, sfoggiando una grafica dettagliata, pulita e molto ben ottimizzata e giocabile senza cali di frame, con giochi di luce, texture ben definite, ombre magistrali e addirittura il pulviscolo nell’aria, tutti elementi che rendono l’atmosfera del gioco a dir poco immersiva; il level design, fatto di ambienti sempre al chiuso, la rendono claustrofobica; mentre l’Alieno aggiunge ansia e tensione al tutto. Peccato per il doppiaggio in italiano, non all’altezza della situazione, in quanto manca pathos proprio dalla voce di Amanda.

In sostanza, Alien: Isolation è il miglior gioco horror stealth, ed è forse il miglior titolo mai fatto su ispirazione cinematografica. Di sicuro SEGA s’è fatta perdonare per il clamoroso scivolone fatto con Aliens: Colonial Marine, pubblicando un gioco che mantiene tutte le promesse fatte, senza deludere le aspettative in nessun modo, ed è ammirevole vedere che è pure impegnativo e per nulla semplice o banale. Non è un gioco per tutti, è un gioco che richiede pazienza e tenacia, visto che il save game non è libero e bisogna farlo su apposite cabine telefoniche, che richiedono ben tre, snervanti secondi per funzionare, tre secondi in cui l’Alieno può sbucarvi da dietro, se non siete stati attenti, e porre fine alla vostra miserabile vita.

Pro

  • Grafica ben ottimizzata e atmosfera azzeccatissima, presa di peso dal film;

  • Livello di sfida molto alto, che richiede molta pazienza e tanto acume;

  • IA dell’Alieno incredibile…

Contro

  • …mentre quella degli umani è un po’ troppo sotto tono;

  • È presente qualche bug minore;

  • Pannoloni non compresi nel prezzo.

Commento Finale

9

Alien: Isolation è un imperdibile titolo horror, che farà felici tutti quelli che volevano un titolo originale e incredibilmente ispirato al mondo ideato a Ridley Scott. In mezzo a tanti titoli noob-friendly, il titolo si distingue per una struttura di gioco per nulla semplice e che non ammette errori.

 

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